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Saracena. Un incontro culturale dedicato al patrono San Leone

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Si terrà sabato 15 febbraio, nella chiesa di San Leone Vescovo di Saracena, un evento culturale sulla figura del Santo Patrono del paese del Pollino, dal titolo “Al tempo di San Leone. Chiesa, società, monachesimo e incursioni arabe tra Sicilia e Calabria nell’Alto Medioevo. La scaletta prevede un intervento di apertura del parroco delle chiese di San Leone Vescovo e di Santa Maria del Gamio, padre Stefano Mendez; le relazioni di Gianfranco Castiglia, dottorando di ricerca e cultore della materia Storia Medievale presso l’Università della Calabria; Giovanni Russo, storico e traduttore, autore del saggio La solitudine rocciosa sul monachesimo italo-greco (Ferrari, 2023), tra i massimi esperti dell’antica Eparchia del Mercurion; Antonio Loiacono, Premio Anassilaos Giovani 2016, autore del saggio Storia degli arabi in Calabria (Città del Sole, 2017), già dottore di ricerca e cultore della materia presso l’Università di Messina, socio della Società Italiana di Storia delle Religioni. Ad introdurre e coordinare i lavori sarà, invece, Luigi Pandolfi, giornalista e saggista.

L’evento giunge a coronamento delle attività svoltesi nel corso del Giubileo Parrocchiale per gli ottocento anni dalla dedicazione della Chiesa a San Leone (l’elezione a Patrono di Saracena avverrà alla metà del ‘600), il cui culmine è stato rappresentato dall’udienza concessa da Papa Francesco, in Vaticano, lo scorso 30 ottobre, con la benedizione della statua settecentesca e delle reliquie. Un momento di grande partecipazione comunitaria, nel corso del quale la popolazione di Saracena ha rinsaldato il suo rapporto identitario con la figura del suo Santo Protettore, da sempre un punto di riferimento per i fedeli e l’intera cittadinanza, tanto che i festeggiamenti in suo onore si svolgono due volte all’anno, il 20 febbraio (con la fiaccolata e i falò la sera della vigilia) e la seconda domenica di agosto.

Una storia di spiritualità e di missione religiosa che si intreccia con la storia civile di Saracena, il cui nome rievoca per l’appunto la presenza araba nel territorio. Una presenza che ha lasciato tracce nella configurazione urbanistica del borgo, ma anche in alcuni termini e lemmi in uso al dialetto locale e a livello iconografico.

 

 

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