Civita commemora defunti. Nel borgo arbereshe la visita del vescovo dell’Eparchia di Lungro
È prevista per lunedì 11 febbario, in occasione della festa del Santo patrono San Biagio, la prima visita pastorale del Vescovo dell’Eparchia di Lungro Mons. Donato Oliverio, nella comunità arbereshe di Civita dopo il suo insediamento ufficiale avvenuto il 1 luglio 2012. Monsignor Olivero è il quarto Eparca della diocesi di rito bizantino-greco, l’unica realtà religiosa a rappresentare tutti i paesi di minoranza erbereshe con patrimonio liturgico spirituale e iconografico di tradizione bizantina in Calabria. Oltre a tutta la comunità dei fedeli, ad accogliere il presule ci sarà il parroco Papàs Antonio Trupo ed il sindaco di Civita Vittorio Blois. Il Vescovo officerà la Divina Liturgia in onore di San Biagio al termine della quale ci sarà la benedizione e la distribuzione di panini devozionali in onore del Santo.
La visita dell’Eparca coincide con la commemorazione della festa dei defunti, che quest’anno è stata anticipata di una settimana in quando il giorno suddetto ricadeva il 2 febbraio giorno della Candelora. La commemorazione dei defunti è una festa mobile, che varia con il variare della Pasqua, viene celebrata la settimana che precede la prima domenica di carnevale e 11 giorni prima delle ceneri e si protrae per l’intera settimana fino allo “Psicoseveton” ossia il sabato delle Anime del Purgatorio.
Durante la settimana di commemorazione si usa preparare il gran bollito che viene fatto benedire in chiesa e consumato in ricordo dei morti, e il grano che ha una valenza rituale in quanto è simbolo della vita che, morendo sulla terra genera nuova vita in suffragio delle anime dei defunti. Molto importante è il rito del “Trisaghion” quando, durante la messa del sabato mattina il papàs, sopra un tavolino pone un piatto colmo di collivi o panaghie (grano cotto) che rappresentano per gli arbereshe il simbolo della resurezione. Conclusa la cerimonia in chiesa i fedeli e il papàs si recano in processione al cimitero dove il papàs benedice i sepolcri con incenso e acquasanta e recita il “Contachion e l’Apolitichion”.
Arianna Calà