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Cosenza. Alla riscoperta di Pomponio Leto, l’umanista del ‘400 nato ad Amendolara

Cosenza. Alla riscoperta di Pomponio Leto, l’umanista del ‘400 nato ad Amendolara
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Amendolara centro

L’associazione culturale Ars Enotria ha organizzato presso il Museo del Presente di Rende, una conferenza dal titolo “Pomponio Leto – l’umanista calabrese innamorato di Roma Antica”. Dopo i saluti della professoressa Angela Cirigliano, nonché presidente dell’associazione, e della la professoressa Alba Carbone, dirigente del Liceo Classico ‘Gioacchino da Fiore’ e presidente del ‘Centrum Latinitatis Europae’ di Rende, spazio al relatore, il professor Leopoldo Conforti, studioso della classicità.

I saluti ed i ringraziamenti della presidente dell’Ars Enotria si indirizzano anche ad alcuni rappresentanti dei Comuni dell’Alto Jonio Cosentino presenti ed il vice-presidente del Distretto Rurale, Rosy Manfredi. Nel corso dell’incontro è intervenuto anche Antonio Gerundino, accompagnato da una rappresentanza dell’associazione Anas Zonale Alto Jonio, con sede ad Amendolara, il quale porta il suo contributo provando a risolvere la disputa sulle controverse origini di Pomponio Leto, attribuite, con documentazione alla mano, proprio alla cittadina di Amendolara.

Un ritratto di Pomponio Leto

La professoressa Carbone introduce il profilo di Pomponio Leto, letterato ed umanista molto colto, spesso definito “vivace ed enigmatico, ambiguo e trasgressivo”. Il professor Conforti sottolinea quanto questa importante figura del Quattrocento italiano sia stata in realtà molto trascurata in  Calabria, sebbene andasse celebrata non per puro campanilismo, ma solo per il ruolo preponderante che ha occupato nel nostro Rinascimento. Conforti traccia un excursus bibliografico di Pomponio Leto fino ad arrivare al trasferimento a Roma dove si afferma come noto precettore e riceve la nomina alla cattedra universitaria.

Da quel momento in poi è fondatore dell’Accademia Romana, dove vuole ricreare la ‘Roma dei Cesari’ e nella scelta di non nascondere le sue idee repubblicane, insieme ad altri accademici, è accusato di lesa maestà pontificia e di cospirazione anticristiana. Tuttavia, aggiunge Conforti,  fu difficile allora credere a quelle accuse, quando il legame tra Cristianesimo e Paganesimo era tutta’altro che celato e così, prosciolto da ogni accusa, l’Accademia potè nuovamente riaffermarsi come grande cenacolo di artisti e letterati. Quello che colpisce di questa figura rinascimentale è una sorta di modernità nella scelta di instillare nei suoi allievi “l’amore per gli eroi del passato come se fossero sempre eroi del presente”. Infatti, come conclude Conforti, «noi siamo cittadini italiani, europei, ma con forti, ed innegabili, radici nella cultura latino-umanista».

Tiziana Roseto

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