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Oriolo, “I cavalli di Murer” entrano nel castello

Oriolo, “I cavalli di Murer” entrano nel castello
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murer oriolo 2“I cavalli di Murer” entrano nel castello di Oriolo per un apprezzabile appuntamento culturale che ha visto registrare, venerdì sera, un numeroso e interessato pubblico, con ospiti provenienti anche dalla vicina Lucania. Tra demenza, arte, follia e ironia: il romando del dottore Gianpiero Adornato, di professione ginecologo presso l’ospedale di Policoro, racconta la malattia (Alzheimer) di un uomo, Silvino. Una malattia che ruba i ricordi ai quali il protagonista cerca di restare aggrappato conservando segretamente in una stanza questi cavalli di Murer, appunto. Un romanzo particolare e insolito, ambientato in Basilicata, che racconta tra le sue pagine l’essenza di una malattia spesso incompresa ma che nasconde un mondo tutto da scoprire. Oggi circa il 5% della popolazione over 65 soffre di demenza, soglia che si alza al 30% per gli over 85. Una patologia nascosta che può essere fronteggiata soprattutto con il calore e la vicinanza della famiglia.

cavalli di murerA dialogare con l’autore, libro alla mano, nella Sala delle Bandiere del castello di Oriolo, sono intervenuti, moderati dal giornalista e direttore di Paese24.it Vincenzo La Camera, lo storico Dino D’Angella, la psicologa Anita Caroselli, il medico Giuseppe Carlomagno e il consigliere regionale Gianluca Gallo. La giovane Marika Franco e il giovanissimo Giuseppe Petrelli hanno intervallato la discussione leggendo al pubblico alcuni passi del romanzo. Padroni di casa, il sindaco di Oriolo Giorgio Bonamassa e il capogruppo consiliare di maggioranza Vincenzo Brancaccio i quali hanno rimarcato l’interesse dell’Amministrazione insediatasi da qualche mese di rilanciare l’offerta culturale ad Oriolo, interessando gli importanti beni architettonici presenti in paese e proponendo cartelloni di eventi anche in autunno, inverno e primavera.

Mentre la psicologa Caroselli si è soffermata sulla follia come la più grande paura dell’uomo (“Ho paura di diventare pazzo”), lo storico D’Angella, invece, ha esaltato l’arte come stimolo alla vita e che nel caso di Silvino gli ha garantito un valido motivo per continuare a vivere. Nel suo saluto istituzionale, il consigliere Gallo (ricandidato), dopo avere apprezzato l’iniziativa culturale in quanto inserita in un paniere di offerte necessarie per alzare l’asticella culturale nel nostro territorio, ha in qualche modo protetto la politica dalla follia, rispondendo ad una domanda del moderatore sul rapporto tra le due, affermando che “in politica serve moderazione, oggi più che mai. E’ necessario lavorare mantenendo toni bassi e facendo il proprio dovere nel rispetto della cosa pubblica”.

La redazione

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