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Villapiana, Pd all’attacco: «Il sindaco Montalti tra promesse non mantenute e politica clientelare»

Villapiana, Pd all’attacco: «Il sindaco Montalti tra promesse non mantenute e politica clientelare»
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montalti«Promesse non mantenute e politica clientelare: il ritorno al passato del sindaco Montalti”. Esordisce così il documento-denuncia del Partito Democratico locale che, facendo il punto sui primi 8 mesi del nuovo esecutivo comunale, cerca di scaldare la piazza arrivando a chiedere le dimissioni dell’esecutivo. Si parte dalla questione-svincolo sulla costruenda S.S. 106: «Tre convegni, due manifesti e ben tre consigli comunali – si legge – per dire che senza lo svincolo Villapiana sarebbe rimasta isolata e lo sviluppo turistico sarebbe morto e sepolto. Svincolo che, – come sostiene il PD di Villapiana –  non si farà più nonostante l’impegno solennemente assunto di dare vita ad azioni eclatanti (blocchi stradali, ferroviari, marittimi…». Poi il PD passa alla cosiddetta “politica clientelare” ricordando la vicenda dei 3 lavoratori della piscina che, secondo il PD, sono stati licenziati a causa di una “discriminazione politica aberrante e ignobile”.

Si passa quindi alla presunta anomalia di una serie di collaboratori del sindaco Paolo Montalti (nella foto) che stazionerebbero, non si sa a che titolo, presso il comune con il pretesto di “dare una mano”, ma praticamente violando la privacy dei cittadini. Si fa quindi riferimento alla vicenda dei parcheggi allestiti quest’anno a ridosso della spiaggia, i cui proventi (16mila euro), sempre secondo il PD, non figurano in bilancio e non si sa che fine hanno fatto e si conclude con la sbandierata trasparenza del palazzo al quale invece si accederebbe solo attraverso il video-citofono. «Si tratta insomma – a giudizio del Circolo del PD – di promesse affidate al vento. Alla Minoranza – conclude il documento – viene chiesto di collaborare e dare suggerimenti, ma non si possono confondere i ruoli: la Maggioranza ha il dovere di governare. Alla Minoranza, vista la situazione, non resta che consigliare alla Maggioranza… di dimettersi».

Pino La Rocca

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