Istituto comprensivo Morano-Saracena ricorda la shoah con il flautista israeliano Eyal Lerner
“Perché tutto questo immane sterminato infinito dolore?”. Con questa domanda venerdì (6 febbraio) l’Istituto comprensivo Morano Calabro-Saracena ha celebrato la Giornata della Memoria che ricorre il 27 gennaio. L’olocausto di uomini, donne, bambini, tutti uccisi perché erano ebrei.
I docenti e gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria e della scuola secondaria di Morano e Saracena hanno recitato poesie composte da loro, tra cui quella di Leo Senatore, intitolata “Campi di concentramento”. Ma non solo: celebri poesie di Lussu, Righi e Primo Levi. Gli allievi hanno poi cantato e suonato brani di Guccini, preparati dai docenti di educazione musicale, F. Frascino e Cristiano Rosario. Inoltre, importanti le riflessioni personali sulla Shoah, curate dai docenti di Lettere e le letture di brani tratte dai libri di Primo Levi, dal “Diario” di Anna Frank, e dalla “Sopravvissuta ad Auschwitz” di Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah.
Alla manifestazione, che si è svolta in due momenti separati, prima a Morano Calabro e poi a Saracena, presso gli auditorium comunali, era presente il direttore artistico Eyal Lerner, flautista nonché regista israeliano, che ha suonato con maestria il suo “Flautino Incantato”.
Il maestro Lerner ha condotto uno spettacolo dedicato alla storia, alla cultura ebraica e alla tragedia della Shoah, evento che ha coinvolto non soltanto la popolazione semita ma, direttamente o indirettamente, tutta la società: la resistenza, il fascismo ed il razzismo in ogni sua forma.
Si è narrata la vita della poetessa Chana Senesh, una tra le donne ebree più note per il proprio talento e coraggio, arrestata, torturata e uccisa dai nazisti nell’intento di salvare il suo popolo. E poi la toccante musica Klezmer dal netto sentore balcanico, con cadenze russe e zingaresche in lingua yiddish, e le melodie Sefardite di sapore arabo, nate dall’esilio spagnolo. Le canzoni israeliane, i brani della cultura Chassidica dell’Est europeo. La poesia trovata in una bottiglia tra le macerie del ghetto di Varsavia dove una donna elevava una preghiera a Dio, un salmo di invocazione pieno di fede e speranza. Tutto per non dimenticare.
Il dirigente scolastico dell’Istituto, Walter Bellizzi, ha ricordato che «bisogna commemorare la Shoah non per l’ottemperanza alla Legge 211 del 2000, ma perché è la nostra coscienza che ci impone di non dimenticare. Ce lo impone il nostro cuore – ha detto. Ce lo impone la nostra stessa umanità che quotidianamente si rapporta con gli altri che sono vicino a noi, quelli che sono lontani e quelli che non ci sono più perché uccisi nei campi di sterminio, nei gulag, nelle carceri, nei bombardamenti».
In conclusione sono intervenuti l’assessore alla Pubblica Istruzione di Morano Calabro Sonia Forte, e il sindaco di Saracena, Mario Albino Gagliardi. Una manifestazione per lanciare ai giovani un messaggio di responsabilità e pratica della giustizia.
Federica Grisolia