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Trebisacce, le opere di De Vita per la Giornata Mondiale della Poesia

Trebisacce, le opere di De Vita per la Giornata Mondiale della Poesia
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Primo giorno di Primavera-Giornata mondiale della poesia: ha scelto proprio questa data Piero De Vita per presentare, finalmente, le sue due opere poetiche “Parentes, coram vobis” e “Solarità” scritte e pubblicate diversi anni addietro ma rimaste finora in un cantuccio perché l’autore, abituato a nascondersi ed impegnato su tutti i fronti della cultura a promuovere gli altri, ha volutamente trascurato di mettere in vetrina le sue belle creature. Ci ha pensato molto e alla fine ha scelto la Giornata Mondiale della Poesia 2015 promossa dall’Unesco perché forse mai come adesso, in tempi di incertezza e turbolenza, abbiamo bisogno del potere catartico della poesia, capace di unire gli uomini e le donne, di ideare nuove forme di dialogo, di nutrire la creatività di cui tutte le società hanno bisogno, oggi più di ieri.

Così con la regia della signora Franca, la preziosa collaborazione del poliedrico Filippo Garreffa ed il sostegno del magnifico gruppo de “L’Albero della memoria”, Piero De Vita, in sinergia con il Club Unesco di Trebisacce, l’Istituto “E. Aletti” ed il Comune di Trebisacce, ha organizzato una serata di grande caratura artistica e culturale a cui la gente, che ha gremito il salone del Miramare, ha assistito con grande interesse e partecipazione apprezzando e vivendo in pieno le suggestioni e le emozioni suscitate dai versi in vernacolo trebisaccese delle struggenti poesie di Piero De Vita, “abituato a raccontare – come ha detto la poetessa Mihaela Talabà – le storie del suo paese seguendo le vibrazioni dell’anima”.

Ospite illustre e prestigioso della serata è stato il prof. John Trumper cattedratico emerito, già docente di Linguistica Generale “un Gallese di matrice anglosassone trapiantato in Calabria il quale, – come ha detto di lui il prof. Tullio Masneri – partendo da una matrice celtica, tanta ala ha steso sui versanti lucani e calabresi del Pollino andando alle radici dei loro linguaggi». Il prof. Trumper, nel corso della sua dotta relazione sui linguaggi e sulla fonetica, ha accomunato la poesia gergale di Piero De Vita con quella di autentici colossi della poesia in vernacolo come Albino Pierro di Tursi e Giacinto Luzzi di Oriolo ed è stato veramente suggestivo, oltre che gratificante, ascoltare il teutone John Trumper recitare, con garbo e con un sorriso compiaciuto, versi dialettali di questi tre poeti. La serata, coordinata da Mirella Franco docente dell’Ipsia e aperta dal saluto del sindaco Franco Mundo, è stata lunga e ricca di contenuti artistici e musicali. Oltre al prof. Trumper di cui Piero De Vita è stato a lungo collaboratore, hanno relazionato il dirigente scolastico dell’Ipsia Leonardo Viafora, il prof. Tullio Masneri anche in qualità di vice-presidente del Club Unesco, la poetessa Mihaela Talabà e l’economista Ambientale Mariangela De Vita.

Letture e piece sono state affidate ai componenti dell’associazione “L’Albero della Memoria” ed agli studenti dell’Ipsia, mentre la parte musicale ha avuto come protagonisti la bella voce di Ada De Paola e le sapienti mani di Salvatore Laino alla fisarmonica. Al termine della serata Piero De Vita, commosso e lusingato per la bella serata, ha ringraziato tutti assicurando continuità al proprio impegno di studio e di ricerca destinato a recuperare e salvaguardare le nostre tradizioni che rischiano di essere travolte dal consumismo e da un nuovismo esasperato e inconcludente.

 Pino La Rocca       

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ciccio frangone
ciccio frangone
9 anni fa

…si, condivido ma mi chiedo con il cuore perchè è importante tenerlo vivo nelle valutazioni obiettive; ma tutta questa cultura sotto la esternazione della poesia, quale “vibrazioni dell’anima”, con la partecipazione di costruttori di materiale letterario, quali professori ed altri, a che serve se le parole scritte in versi, e che richiamano la ricchezza di uin passato storico, e che riflettono gesta e realizzazioni, non ridona alla gente un velo di cambiamento comportamentale, e cioè nella concezione della considerazione dell’uomo, e cioè ancora non lo rende buono, sano, pulito, disponibile, docile, comprensivo, capace di discernimento onde evitare il male altrui…a che servono le culture professate con l’arte e la letteratura…se le parole non colpiscono e percorrono le vie del cuore, e come polline non scendano su un terreno ubertoso e producono germogli di fiori e di piante…tutto è vuoto…tutto è nulla…”eco di tromba che si perde a valle…e proprio gli addetti ai lavori…sono anche i portatori di questi semi…e la mia TREBISACCE ne ha bisogno…di queste pillole curative, altrimenti, soltanto apparenza, esteriorità e vanitas vanitatum…sempre con affetto e stima verso il mio amico Piero De Vita…ciccio frangone

piero de vita
9 anni fa

Cì, scusa….cosa volevi scrivere? Ripeti. Non si capisce.
Saluti, Piero.