Amendolara. Trivelle nello Jonio, Ciminelli annuncia: «Pronti alla disobbedienza civile»

«Siamo pronti ad azioni di disobbedienza civile per difendere la salute del nostro mare e dei nostri cittadini». Ad Antonello Ciminelli, sindaco di Amendolara, non va proprio giù l’idea di veder il Mar Jonio invaso dalle trivelle, ed ecco che il primo cittadino sta già studiando delle controffensive per stoppare l’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi concessa dal Ministero dell’Ambiente alla società Enel Longanesi Development Srl.
«Siamo stanchi – ha detto Cimininelli – della politica di questo Governo in materia di idrocarburi. La VIA (Valutazione di Impatto Ambientale ndr) non tiene conto di criteri vitali per il nostro ecosistema. L’AIR-GUN è una tecnica di ricerca degli idrocarburi molto invasiva. Onde sonore vengono “sparate” a 250 decibel determinando gravi danni per la vita marina. Sto per inviare un esposto ad hoc alla Procura della Repubblica. L’air-gun è una tecnica di ricerca incompatibile con la ZSC (Zona speciale di conservazionendr) in cui si trova la Secca di Amendolara. Il Governo – ha aggiunto Ciminelli – è pronto a svendere il nostro mare. E quanto e chi ci guadagna? Solo le compagnie petrolifere avranno utili. Basta rivolgere lo sguardo a nord, nella vicina Basilicata. I lucani vivono un incubo quotidiano per colpa di gas e petrolio. Noi non vogliamo che questo accada nella Sibaritide».
Ciminelli, che ha già annunciato ricorso al Tar contro l’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi nello Jonio, lunedì 22 giugno presiederà l’incontro presso la sala consiliare fra i rappresentanti delle tre regioni (Calabria, Puglia e Basilicata) in cui il problema delle trivellazioni è maggiormente sentito.
Pasqualino Bruno