Amendolara, Ciminelli: «Film di Pupi Avati offende Alto Jonio». E invita sindaci a denunciare
"Le nozze di Laura" sotto accusa. «Inqualificabili danni al territorio»
Non si placano le polemiche all’indomani del film “Le nozze di Laura”, del regista Pupi Avati, trasmesso la sera del 7 dicembre su Rai 1. Dopo qualche giorno salta sul carro degli oppositori anche il sindaco di Amendolara Antonello Ciminelli che lamenta, senza usare giri di parole, un importante danno di immagine per tutto l’Alto Jonio e sopratutto per quei comuni (oltre ad Amendolara, anche Rocca Imperiale, sopratutto, e Montegiordano e Roseto) che hanno “prestato” le location alla produzione della pellicola. Il film si è incentrato su una rivisitazione in chiave moderna delle famose Nozze di Cana dando ampio spazio al concetto di integrazione. Ma per molti il regista avrebbe toppato nella presentazione di questo lembo di Calabria, nei suoi usi e costumi.
«Il film è infamante, ignominioso e diffamante per l’intero Alto Jonio – commenta Ciminelli», che invita la Regione Calabria, qualora non l’avesse già fatto, a non erogare i contributi previsti (attraverso la Film Commission regionale) poiché, fa notare il primo cittadino del “paese delle mandorle”«l’operazione di marketing è stata ampiamente disattesa». Ciminelli è un fiume in piena ed ha inoltrato anche una lettera ai suoi colleghi sindaci del territorio invitandoli a sporgere una formale denuncia «per gli incontestabili ed inqualificabili danni arrecati al territorio e, ciò che ancor più grave, attraverso soldi pubblici».
Ciminelli non entra affatto nell’opinabile e soggettivo campo della critica cinematografica, analizzando tecnicamente la pellicola, ma si sofferma su quell’aspetto che naturalmente compete al suo ruolo istituzionale, e cioè la promozione del territorio. Il sindaco-avvocato ricorda come non di rado le Regioni mettano mano al portafogli per finanziare i film, con l’obiettivo, però, che questa azione si traduca in un efficace strumento di promozione e di ritorno in chiave turistica. Tutto questo, secondo Ciminelli che riprende e cavalca il diffuso malcontento a riguardo, con “Le nozze di Laura” di Pupi Avati non è avvenuto. La fiction, ribadisce il sindaco, «è stata oggettivamente costruita su semplificazioni, luoghi comuni e stereotipi intollerabili, soprattutto perché ambientata dichiaratamente nella Calabria contemporanea».
Vincenzo La Camera
Sarebbe interessante conoscere anche l’opinione del Sindaco di Roseto Capo Spulico, che ha tanto reclamizzato il film – abbiamo visto tutti gli spot “Roseto c’è” declamati da vari componenti del Consiglio comunale – fino a renderne possibile la visione a tutti con uno schermo gigante nel centro storico.
È l’unico sindaco che finora ha taciuto – assieme al Direttore del GAL, Franco Durso che ha concesso finanziamenti – forse perché imbarazzata per l’accoglienza in pompa magna (magna…) a Pupi Avati e per le false aspettative di promozione del territorio o forse perché ancora troppo impegnate nelle feste prenatalizie?