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Trebisacce, bollette in arrivo per chi non ha pagato i servizi di Pronto Soccorso

Trebisacce, bollette in arrivo per chi non ha pagato i servizi di Pronto Soccorso
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Pioggia di bollette in arrivo per i cittadini dell’Alto Jonio: questa volta è il turno del servizio sanitario nazionale che, per fare cassa e per colmare le voragini provocate dagli sprechi, si inventa una società campana, la C.E.C. (Centro Esazione Crediti di Napoli) e bombarda gli ignari cittadini con lettere di diffida per il pagamento di ticket sanitari arretrati e non pagati. In pratica, ai cittadini che non godono di esenzione-ticket e che hanno goduto di prestazioni sanitarie presso l’ex Pronto Soccorso del “Chidichimo” a partire dal 2009 in poi, viene richiesto il pagamento del ticket sanitario non pagato per prestazioni eseguite in codice bianco o verde. Insomma: a chi si è rivolto al presidio sanitario senza avere una situazione di reale gravità, viene chiesto il ristoro delle spese per il servizio sanitario prestato, per le spese amministrative e per quelle relative alla notifica e alla spedizione dell’avviso.

ospedale trebisacce nuovaImmaginabili perciò le reazioni e le proteste dei cittadini-contribuenti dell’Alto Jonio che, spogliati di ogni diritto alla salute, vengono investiti da una valanga di richieste di pagamento. Ben presto la sede della Direzione Sanitaria situata al V piano dell’ex ospedale viene assediata da una ressa di gente incredula e inviperita, anche perché i bollettini recapitati, passati alla lente di ingrandimento, manifestano una serie di stranezze e irregolarità che dimostrano quanto sia superficiale e approssimativo il modo di fare di chi ha dato questo incarico e di chi lo esegue. Innanzitutto alla lettera di diffida manca il timbro recante la data di spedizione e di ricevimento. All’interno poi della lettera manca la descrizione della prestazione ricevuta e ogni altro particolare in grado di consentire di risalire all’effettiva emergenza sanitaria che ha determinato il ricorso al Pronto Soccorso.

Per non parlare di casi clamorosi in cui a ricevere la diffida è un ragazzo minorenne e non i suoi genitori per il semplice fatto che all’epoca è stato registrato solo il nome della persona che è stata soccorsa, individuata attraverso il suo codice fiscale. Inutile ogni tentativo di spiegare che in realtà già dal 30 aprile 2009 la Regione Calabria ha legiferato in materia prevedendo per ogni soccorso eseguito in codice bianco o verde il pagamento di una quota fissa pari ad euro 25,00 da cui restano esentanti coloro che accedono al Pronto Soccorso a seguito di traumatismi, avvelenamenti acuti e/o per infortuni sul lavoro indipendentemente dal codice assegnato.

Pubblicazione1Un bel problema, insomma, anche per gli impiegati dell’Asp, impegnati a dare spiegazioni ed a fornire, a fronte del pagamento di 1 euro, la copia della prestazione sanitaria ricevuta. La verità è che la gente, specie quella che ha difficoltà a sbarcare il lunario, è ormai infuriata ed esasperata nei confronti di uno Stato che dimostra di avere un braccio corto nel fornire servizi sanitari decenti e un braccio lungo per pretendere dal cittadino-contribuente tasse e balzelli talvolta veramente insopportabili. Molti cittadini, al fine di evitare ricorsi e contenziosi, seppure tra i mugugni, vanno alle Poste e pagano ma c’è tanta gente che si rifiuta e si rivolge ai legali o alle Fiamme Gialle per pretendere che si faccia chiarezza e che, se ci sono negligenze e responsabilità, vengano perseguite a norma di legge.

Pino La Rocca

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luigi
luigi
8 anni fa

Quanti sacrifici bisogna fare per MANTENERE nel “LUSSO” migliaia di VORACISSIMI PARASSITI………

orfanodipatria@alice.it