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Ragazzo salvato all’ospedale di Corigliano. A Trebisacce era in attesa da mesi per una “lastra”

Ragazzo salvato all’ospedale di Corigliano. A Trebisacce era in attesa da mesi per una “lastra”
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Attesa vana di circa tre mesi, a Trebisacce, per una “lastra” allo stomaco: alla fine il ragazzo viene ricoverato all’ospedale di Corigliano e operato d’urgenza per una appendicite che stava per trasformarsi in peritonite. Altro che riapertura del “Chidichimo” (nella foto), sono questi, purtroppo, gli esiti di una programmazione sanitaria scellerata, che continua a penalizzare la periferia ed a partorire figli e figliastri. L’episodio si é verificato presso quello che rimane dell’ex ospedale di Trebisacce.

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Dallo sfogo di un padre proprio sulla pagina facebook di Paese24.it abbiamo ricostruito la vicenda. In data 26 ottobre 2016, A. V. residente a Villapiana, genitore di un ragazzo di 12 anni che accusa forti dolori all’addome, prenota una “lastra” per il figlio. La prenotazione è per il 3 gennaio 2017, ma il giorno precedente una telefonata dal CUP di Trebisacce lo avverte che l’esame è da ritenersi rinviato per l’indisponibilità del medico, con l’invito ad aspettare una successiva chiamata da parte dello stesso CUP.

Sta di fatto che domenica sera 22 gennaio, e per tutta la notte, il ragazzo si lamenta perché il dolore nel frattempo è diventato insopportabile, per cui all’indomani-mattina il papà del ragazzo, non soddisfatto delle risposte che si aspettava presso il PPI di Trebisacce, consigliato dal Pediatra accompagna il ragazzo direttamente all’ospedale di Corigliano. Qui, sempre secondo il racconto del genitore, il ragazzo viene visitato da un “primario bravo” (testuale!) il quale, valutata la gravità della cosa, ne dispone il ricovero e, nella stessa mattinata di lunedì 23 gennaio, l’intervento chirurgico d’urgenza. Praticamente i dolori acuti erano l’effetto di un’appendicite acuta che stava per trasformarsi in una pericolosa peritonite. Per riportarlo alla normalità, dopo l’intervento, ci sono voluti 7 giorni di ricovero e di intense cure farmacologiche. «Mio figlio poteva morire – ha dichiarato e scritto il papà di questo ragazzo rivelando due facce della stessa medaglia, nella fattispecie un caso di cattiva-sanità e uno di buona-sanità – ma per fortuna abbiamo incontrato un bravo medico che ha posto rimedio ad una situazione che si poteva prevenire e pianificare attraverso i risultati di quella benedetta “lastra” che stiamo ancora aspettando di fare».

Pino La Rocca

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Pino Catera
Pino Catera
8 anni fa

Tutta la solidarietà per il paziente,ma come al solito si parla male di cosa ?Ancora una volta la Politica si prende gioco della Nostra Salute.