Trebisacce, dopo il furto sacrilego la chiesa riapre al culto

Profanazione della Chiesa e furto di ostie consacrate: si è trattato solo di balordi che cercavano denaro, o di un furto di ostie consacrate da utilizzare in riti satanici, camuffato con l’accaparramento dei pochi spiccioli delle offerte con l’obiettivo di depistare gli inquirenti? A una settimana circa dall’inquietante furto sacrilego perpetrato di notte nella Chiesa “San Vincenzo Ferrer” di Trebisacce non si riesce a sciogliere questo nodo, anche perché gli indizi e le dinamiche con cui è stata effettuata l’irruzione e la profanazione della Chiesa lasciano in campo entrambe le ipotesi. Anche perché, da quanto è dato sapere, anche in Calabria, e in particolare nella provincia di Cosenza, esisterebbero sette sataniche e individui incappucciati dediti a riti occultisti, propiziatori e blasfemi, che utilizzano ostie consacrate anche in spregio alla religione cattolica. E non è detto che la cittadina jonica ne sia sicuramente esente. E’ anche per questo che su quanto è accaduto nella parrocchia di San Vincenzo Ferrer, la Chiesa, nel rispetto dell’operato delle Forze dell’Ordine, mantiene un profilo basso e la necessaria riservatezza.
Da parte sua Il Vescovo della Diocesi don Francesco Savino ha rivolto l’appello ai responsabili del mostruoso gesto a ravvedersi ed a riconsegnare le Ostie Consacrate, invitando al contempo tutte le parrocchie della Diocesi alla preghiera e all’adorazione e, trascorsi ormai infruttuosamente sei giorni da venerdì 10 novembre, ha deciso di con-celebrare nel Sacro Edificio l rito dell’Eucarestia in riparazione del gesto blasfemo e di riconsegnare la Chiesa ai suoi fedeli. La Santa Messa è stata presieduta oggi (giovedì) da S.E. il Vescovo Savino e dai parroci di Trebisacce. «Celebriamo tutti insieme – ha detto il presule durante l’omelia – il rito dell’Eucarestia per riportare il S.S. Sacramento nel tabernacolo e restituirlo a questa comunità, ma non possiamo essere contenti perché è stato sequestrato il Corpo di Cristo. Celebriamo tutti insieme il rito della “riparazione” ma non possiamo essere contenti perché a subire violenza è stato il Corpo di Cristo e siamo ancora qui, oggi, a chiederci con angoscia dove sono quelle Ostie Consacrate».
Pino La Rocca