Natale in carcere. Vescovo Savino incontra i detenuti di Castrovillari
«Quando devo parlare nei luoghi della sofferenza vi confesso che trovo difficoltà e sarei tentato di non dire nulla, perché in alcuni contesti le parole spesso possono sembrare “retorica”». Parte da una “confessione” il vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, mons. Francesco Savino, durante la Santa Messa celebrata il 15 dicembre scorso nella casa circondariale di Castrovillari, dove il presule ha incontrato i detenuti, le detenute e il personale del carcere. «Faccio fatica a comunicare – ha continuato mons. Savino – perché so che a Natale tutto si complica, tutto è difficile perché i sentimenti sono troppi e troppo emotivi. Ho sempre scelto di stare dalla parte delle persone in difficoltà ed è difficile che a Natale dimentichi tutti i volti incontrati».
«Voi siete qui – ha proseguito il vescovo – e so quanto sia difficile questo periodo, so che vi mancheranno i vostri figli, le vostre mogli, i vostri mariti, i vostri genitori, i vostri parenti e amici. Faccio fatica oggi è vero, però so che se oggi Gesù potesse scegliere un luogo dove nascere, la casa di Betlemme potrebbe diventare questa casa circondariale, potrebbe diventare l’ospedale, l’hospice, ecc. Perché quando tocchiamo il corpo di una persona fragile tocchiamo il corpo di Gesù Bambino».
«Non vi sentite mai giudicati da me – ha aggiunto mons. Savino – dalla chiesa locale tutta, perché solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra e ognuno di noi ha le sue difficoltà, i suoi limiti. Sono convinto che ancora oggi Gesù Bambino è stato ucciso proprio come è stato ucciso Cocò. Ogni volta che viene ucciso uno, al di là della famiglia di appartenenza, viene ucciso nuovamente Gesù».
«In Italia ogni bambino che nasce, nasce con 30.000 euro di debiti. Perché l’economia è distribuita sempre e solo tra pochi? Ma la povertà e le difficoltà non devono mai portare a fare scelte sbagliate. Chi ha commesso reato deve prendersi il tempo necessario per rieducarsi e capire cosa ha impedito una vita felice e onesta. Cari amici – ha concluso il presule di Cassano – con Gesù e con tutti coloro che si occupano di voi riuscirete a riscattarvi e a trovare la misericordia di Gesù Bambino».
Infine, un regalo ai detenuti: un giubbotto. «Sia per voi – ha spiegato mons. Savino – la nostra tutela, la nostra protezione, il nostro volervi bene. Sia l’abbraccio da parte del Vescovo e di tutta la nostra Diocesi. La chiesa locale vi abbraccia, non sentitevi soli, convertitevi e quanto prima tornerete a vivere da uomini e donne, cittadini liberi».
Federica Grisolia