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Amendolara. E’ scontro tra i Melfi e Ciminelli. E Mario invita Franco a rinunciare al «duello»

Amendolara. E’ scontro tra i Melfi e Ciminelli. E Mario invita Franco a rinunciare al «duello»
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«Non affossate il decoro e la storia di Amendolara». Inizia così la lettera del consigliere di minoranza, Mario Melfi che interviene nel dibattito social-espistolare che in questi giorni sta tenendo banco tra le chiacchiere di paese. Attori protagonisti il sindaco in carica Antonello Ciminelli, l’ex sindaco Franco Melfi e il segretario del Pd cittadino, Gianni Esposito: quest’ultimo tirato in campo dal membro del direttivo Franco Melfi con l’intento di dare la scossa ad un partito in enorme difficoltà in tutto il Paese. Franco Melfi e Ciminelli non se le sono di certo mandate a dire infiammando uno scontro ed una rivalità politica storica. Le Amministrative ad Amendolara sono ancora lontane (si vota nel 2021) ma già il fermento e la voglia di alcuni di sedersi sulla poltrona di sindaco sembra palesarsi, tanto che lo stesso Esposito nel rispondere al suo compagno di partito riferisce il pensiero di alcuni che rileverebbero «tra le righe della tua missiva la presenza di quel “prurito” che ti assilla ad ogni tornata elettorale». E comunque, dai social la sfida dovrebbe spostarsi nella tradizionale agorà, con l’invito del sindaco Ciminelli accolto a braccia aperte da Franco Melfi per sabato 30 giugno alle 18,30 in piazza Fanfani alla Marina.

Ma in queste ore, Mario Melfi (fratello di Franco) anche lui già sindaco del “Paese delle Mandorle” prova a gettare acqua sul fuoco, usando anche toni forti e al limite del rimprovero nei confronti del fratello, invitato a più riprese a «ritornare in sè» e a disdire il «duello». Quando «un sindaco ed un ex sindaco «duellano» in una piazza sul proprio operato e probabilmente su quello di altri- commenta Mario Melfi – denota mancanza di equilibrio e rispetto del proprio ruolo e di quello rivestito, anche da altri». Mario Melfi rimprovera al sindaco Ciminelli di «avere un odio indicibile verso una famiglia, misto a paura». Il sindaco di Amendolara, dal canto suo, cerca di smascherare Franco Melfi accusandolo quasi di aver trovato l’escamotage di rivolgersi al segretario cittadino del Pd nella sua lettera, ma con l’intento nascosto di fornire una «pesante e sferzante requisitoria contro l’amministrazione comunale in carica, con toni che non hanno nulla e non favoriscono assolutamente quella serenità che pare invocarsi».

Gianni Esposito, trovandosi nel mezzo di un battibecco dove la politica, quella con la P maiuscola, ha trovato le sedie occupate, ha difeso il suo operato da segretario della sezione locale del Partito Democratico, imputando le difficoltà di riorganizzazione ad una situazione nazionale che non aiuta certo i dirigenti locali. Sta di fatto comunque che la società civile di Amendolara resta imbrigliata sempre di più in vecchie e a volte rancorose dinamiche che quando riemergono rubano la scena e ritardano sempre di più la nascita di una nuova classe politica giovane e competente di cui Amendolara avrebbe tremendamente bisogno.

Vincenzo La Camera

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GIUSEPPE PAGANO
GIUSEPPE PAGANO
6 anni fa

A mio avviso,posso anche sbagliarmi,il titolo dell’articolo è sbagliatissimo.Non vi è alcun scontro di famiglie,di persone,di ex sindaci o quant’altro.Non bisogna far salire la tensione oltre il limite naturale.Viceversa,si assiste oggi ad Amendolara ad un ritorno a parlare e a fare politica e il dibattito in Piazza Fanfani si colloca in maniera positiva in una nuova visione di vedere le cose, anche alla luce degli ultimi risultati elettorali.Sarebbe stato ,forse più corretto invitare al dibattito altre forze politiche uscite vittoriose alle elezioni e forti anche del risultato ottenuto nel nostro Paese.Mi riferisco alla Lega e al M5S.Tutte le forze politiche hanno il diritto di partecipazione perchè,sia ben chiaro,ad Amendolara la cosa pubblica non è una prerogativa di pochi o dei soliti.Piaccia o non piaccia.