Ospedali Covid in Calabria. «Scelte sbagliate. Perché Trebisacce non rientra? Periferie sempre mortificate»

Il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, ha scritto una dura lettera di protesta al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, in merito ai criteri di individuazione degli ospedali per fronteggiare l’emergenza coronavirus. «La Regione ha sbagliato due volte nelle scelte fatte, sostiene Mundo – . Il primo errore si riscontra nei criteri di scelta nell’individuazione degli ospedali COVID, nei quali, ancora una volta, non si è tenuto conto delle esigenze territoriali periferiche, che come al solito vengono disattese quasi come se i territori periferici o interni fossero terra di nessuno. Un atteggiamento che mortifica le speranze dei cittadini che vivono ai margini dei servizi e delle realtà urbane, così come di quelli che abitano le aree interne e montane. Il secondo errore – continua il sindaco – è di non aver tenuto conto degli ospedali parzialmente attivi, peraltro dotati delle idonee attrezzature e servizi di diagnostica con PS e anestesisti, siti proprio nelle zone periferiche, come quello di Cariati, e di confine, come le strutture di Praia a Mare e Trebisacce, e di montagna come Acri e San Giovanni. L’attivazione in toto di tale strutture non solo permetterebbe di poter fronteggiare la migrazione sanitaria, ma anche di garantire servizi di assistenza e ospedalizzazione necessari, soprattutto nella disperata e denegata ipotesi in cui dovessero verificarsi casi di contagio nelle zone predette».
Oltre ad un errore tecnico, il sindaco di Trebisacce individuerebbe in queste scelte anche un errore politico, «che si sta perpetuando – scrive nella lettera – sin dal 2010, momento dell’adozione del decreto 18/2010 ad opera della giunta Scopelliti, e che si continuano a produrre una serie di tagli e di spoliazione di servizi a danno sempre degli stessi comprensori e comuni. Scelte queste tali da rendere sempre più difficoltoso e diffidente il rapporto con le stesse istituzioni, proprio per la mancanza dei servizi essenziali, primo tra tutti il diritto alla salute. In tale contesto chiedo che il piano sanitario sia rivisto con urgenza e quindi di individuare quali ospedali COVID-19, per ricovero e osservazione in terapia intensiva o sub intensiva con possibilità di rendere cure urgenti, l’ospedale di Trebisacce, nonché altri presidi che possano alleviare le difficoltà e garantire cure in emergenza. E tanto non solo per soddisfare legittime aspettative delle comunità locali, quanto per garantire un servizio efficace e per far fronte all’espansione del Coronavirus, che causerebbe un contagio illimitato di persone, arrecando danni veramente incalcolabili». Ricordiamo che come “Hospital Covid-19” per il territorio, è stato individuato, al momento, soltanto Castrovillari con l’aggiunta di 38 posti letti.
Intanto, non avendo a disposizione personale sanitario e strumentazione per allestire al meglio la tenda pre-triage, il primo filtro necessario è stato creato proprio all’ingresso del Presidio Ospedaliero di Trebisacce, dove volontari e vigili, con termometro laser alla mano (nella foto a sinistra), controllano chiunque voglia accedere al Punto di Primo Intervento per capire se possono essere portatori di sintomi riconducibili al Covid-19 e quindi vietarne l’ingresso. Il sindaco di Trebisacce fa sapere che questa postazione è stata allestita dal Comune che se ne accolla anche le spese.
Vincenzo La Camera
Certamente non aver scelto come Ospedale Covid il Guido Chidichimo di Trebisacce non fa piacere all’intero Alto Ionio Cosentino.Inizia male,malissimo il suo mandato come Governatore della Regione Calabria l’on. Santelli.E chi,come il sottoscritto,ha contribuito con il suo voto alla sua elezione non può che rimanere molto deluso.
La richiesta del Sindaco di Trebisacce è assolutamente fuori luogo e frutto soltanto di becero campanilismo. Come si fa chiedere una cosa del genere quando l’Ospedale di Trebisacce non ha mai avuto, neanche ai tempi di massima operatività, un reparto di terapia intensiva ! E poi i medici, pneumologi, anestesisti e quant’altro, dove sono? L’Alto Ionio deve soltanto sperare di non avere nessun caso di coronavirus bisognevole di terapia intensiva, quindi è necessaria la massima prevenzione da parte di tutti, altrimenti saranno guai seri.
LA richiesta del Sindaco di Trebisacce non e’ assolutamente fuori modo.Dotare di ventilatori polmonari reparti di Ospedali chiusi e’ assolutamente possibile.Solo i nostri ignoranti politici ,pare,la cosa sia impossibile.Non tutti i malati di Coronavirus sono destinati ai reparti di Terapia Intensiva e ne tantomeno si possono creare Unita’ di questo genere in due giorni.Ne siamo completamente consci.Ma mancano i posti letto e gli Ospedali sono al collasso.In Italia si cercano strutture per accogliere eventuali malati di Coronavirus e non si capisce perche’ non si possano riaprire complessi sanitari chiusima in ottime condizioni strutturali.Poi, il problema di reperire gli Operatori Sanitari necessari deve essere risolto da chi ci amministra e non dal cittadino comune che ha il diritto di essere tutelato dal punto di vista della salute pubblica.