Trebisacce. Querelle su procedure concorsuali. Replica dell’Amministrazione Comunale

Dispiace che ancora una volta l’opposizione, con i due ex della maggioranza, anziché formulare proposte politiche per migliorare la convivenza sociale e stimolare la crescita della città, si perda in polemiche sterili che altro non fanno se non avvelenare il clima politico ma soprattutto sociale e civile. «La mozione presentata dall’opposizione, relativamente alla procedura concorsuale avviata dal Comune di Trebisacce per la copertura di n. 3 posti di assistente tecnico, al di là dell’aspetto relativo alla incompetenza del consiglio comunale a trattare tali argomenti, così come prevede l’art.42 TUEL, manifesta una chiara ed inequivocabile strumentalizzazione dell’avviato iter concorsuale, che però non trova riscontro né giuridico e né fattuale». Arriva la risposta dell’Amministrazione Comunale alla pubblica denuncia dei giorni scorsi da parte di sei consiglieri comunali (4 di minoranza e 2 di maggioranza ma ai ferri corti) relativa ad una presunta incompatibilità di alcuni candidati al concorso in questione.
«Nessuna norma – replica l’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Franco Mundo – impedisce ai collaboratori esterni di presentare domanda di partecipazione al concorso, la mozione dell’opposizione è temporalmente oltre che giuridicamente inopportuna. Bene avrebbe fatto l’opposizione ad attendere almeno la conclusione delle prove ed eventualmente contestare il risultato. Così formulata, la mozione – continua la nota – risulta un mero processo alle intenzioni avviato da chi, probabilmente per deformazione e per proprie pratiche già consumate (La storia di ognuno è ben nota, basti ricordare qualche concorso di vigili urbani con centinaia di partecipanti, poi annullata), crede che la politica possa ridursi per tutti a rapporti clientelari o ad azioni tese a soddisfare interessi personali». L’Amministrazione Comunale di Trebisacce garantisce che «non vi è alcun difetto di regolarità né per quanto riguarda la partecipazione di candidati già con rapporti contrattuali con il Comune, né, ancor meno, con riferimento all’incarico professionale ad un architetto locale, conferito nel pieno rispetto del principio della rotazione, senza alcun intervento o pressione politica di parenti, peraltro al tempo privi incarichi assessorili».
Vincenzo La Camera