Spirlì chiede dimissioni di Speranza. E invita i calabresi a protestare su facebook

Dopo le dimissioni di Gaudio, sale ancora la protesta in Calabria
Dopo il pasticcio di commissari alla Sanità calabrese nominati e poi dimessi il giorno dopo, da più parti arriva la richiesta a gran voce, istituzionale e di popolo, delle dimissioni del ministro della Salute, Roberto Speranza (nella foto copertina). Tra queste spicca quella della Regione Calabria per mezzo del suo presidente facente funzioni, Antonino Spirlì.
«Deve finire il commissariamento e deve dimettersi Speranza, che in questo momento sta mostrando una imbarazzante incapacità di gestione. Tutti i calabresi devono dire basta», così Spirlì dopo la rinuncia di Eugenio Gaudio al ruolo di commissario ad acta. «Siamo disponibili – ha sottolineato il presidente facente funzioni – a una gestione unitaria condivisa col Governo, affinché la sanità sia amministrata dai calabresi. Noi non abbiamo attivo un piano attivo di emergenza Covid e chiarisco per l’ultima volta: siamo esclusi da 11 anni da questa gestione».
Aggiunge Spirlì (nella foto qui sopra): «Posso capire – ha continuato – che c’è stata la mala politica del passato, ma non posso capire come si possa tenere in vita il commissariamento. Non è uno scaricabarile da parte nostra, io tra qualche mese andrò via, ma insieme alla Giunta non possiamo accettare tutto ciò. I territori stanno patendo. Ho firmato insieme al colonnello Zizza l’operazione Igea. Da domani saranno montate le tende. Dobbiamo cercare di tutelare al meglio la salute. Non è possibile che i tre commissari siano andati via per motivi futili, che invece sono ben altri». Il sostituto della compianta Jole Santelli chiede al Governo una persona onesta, che ci consegni una sanità vera non solo per il Covid ma anche per le altre patologie».
Spirlì dichiara come non serve andare nelle piazze, ma serve fidarsi dei propri rappresentanti. «Non è facile dare risposte per come voi le chiedete, perché abbiamo le mani legate. Informatevi prima di far partire la rabbia. Noi non vogliamo nomi, vogliamo che ospedali e medicina di base funzionino. L’assistenza a casa è fondamentale. Basta non ne possiamo più, scrivetelo – ha detto rivolto ai calabresi – anche sui profili. Recuperiamo l’unione dei calabresi. Dobbiamo essere uniti a prescindere dai sentimenti».
Vincenzo La Camera