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Trebisacce. Detenevano cani in recinti fatiscenti. Denunciate due donne

Trebisacce. Detenevano cani in recinti fatiscenti. Denunciate due donne
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Abbandono di animali. E’ quanto contestato dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Trebisacce a due donne che detenevano in un luogo non idoneo 19 cani di varie taglie ed età. Gli animali sono stati notati dai militari attirati dal loro abbaio, durante un normale controllo del territorio in contrada Rovitti – località “Filippello” –nel Comune di Trebisacce (Cs). Giunti sul posto si è accertato che la struttura dove i cani erano detenuti era composta da alcuni recinti vetusti e fatiscenti alcuni dei quali realizzati con pali, lamiere e rete metallica, in precarie condizioni e privi di aree di protezione dagli agenti atmosferici per gli stessi animali. L’unico ricovero era composto da un numero insufficiente di cucce, oltre ad alcuni bidoni in materiale metallico. Le aree all’interno delle recinzioni inoltre versavano in carenti condizioni igieniche, con escrementi disseminati sul terreno e risalenti, per quantità e aspetto, ad alcuni giorni. Uno dei cani presenti nell’area aveva evidenti e gravi ulcere sul corpo. Si è quindi proceduto ad attenzionare nel tempo il luogo al fine di individuare i proprietari dei cani e la loro presenza per accudirli.

Da tale attività sono emerse svariate irregolarità e carenze tra cui  l’approvvigionamento di cibo e la mancata somministrazione di adeguate cure mediche per gli animali. Inoltre il servizio veterinario dell’Asp di Trebisacce intervenuto sul posto ha ritenuto i luoghi non idonei per le caratteristiche degli animali custoditi, disponendone l’immediato trasferimento in canili sanitari. Si è pertanto proceduto al sequestro dei cani e della struttura e alle sanzioni amministrative previste in quanto gli stessi sono risultati privi di codice identificativo e iscrizione all’anagrafe canina.

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Rita Tagliati
Rita Tagliati
3 anni fa

Trovo disumano il sequestro dei 19 cani in località Rovitti a Trebisacce e inaccettabile l’accusa di “abbandono di animali” per le due donne che, viceversa, dedicavano tutte le risorse (tempo, energia, denaro) alla cura di quei cani sottratti a miseri destini.
Sul territorio, per primi i Sindaci non fanno il proprio dovere (non osservando la legge nazionale che vale dal Piemonte alla Sicilia), rinunciando ad provvedere all’esistenza di appositi ben organizzati canili (o mancando di onorare annualmente il pagamento della propria quota nel caso di canili intercomunali), non promuovendo azioni positive di educazione sociale in materia di benessere degli animali, non punendo duramente chi contravviene alle norme.
L’atteggiamento generale dei cittadini è perlopiù indifferente se non ostile. Ho vissuto qualche anno lì e quante volte ho sentito la frase “è solo un cane”, oppure ho incontrato mamme che incutevano nei bambini la “paura dei cani”.
E’ molto frequente che chi possiede uno o più cani, specialmente in campagna, li destini a “mestieri”: pastori, guardia, caccia. I proprietari li tengono spesso alla catena, li curano solo in funzione dell’efficienza del lavoro richiesto e non esitano a castigarli e ad abbandonarli in caso di insoddisfazione. Di tali diffusi comportamenti ho avuto conferme anche dai veterinari che ho conosciuto a Trebisacce e dintorni. Difficilmente si provvede alla sterilizzazione delle femmine, non avendo scrupoli a sopprimere o abbandonare nell’immondizia o luoghi isolati intere cucciolate (il sindaco di Trebisacce sa bene in quali condizioni ho trovato io stessa 12 cuccioli nella pineta sulla spiaggia libera, alcuni dei quali venivano schiacciati dalle auto che parcheggiavano per andare al mare).
E’ un po’ lo specchio di gran parte del Sud, da cui provengono migliaia di esemplari per adozioni al Nord.
Ci sono, per contro, anche molte famiglie che hanno animali d’affezione (più spesso acquistati che non accolti fra i trovatelli); li curano, li nutrono a dovere, li fanno vaccinare, li fanno vivere negli affetti.
Fra queste due sommarie categorie esistono persone disinteressate, sensibili e di buon cuore, come le due donne denunciate, che non guardano alla razza del cane, se è bello o brutto, grande o piccolo, sano o malato. Vedono solo il suo stato di bisogno, gli dedicano uno spazio più o meno arrangiato, provvedono a cibo e acqua, ritengono stia meglio lì che lungo una strada o in altri luoghi in balìa di pericoli, ma soprattutto danno a queste bestiole tanto amore. Le attività meritorie di queste persone bilanciano la negativa situazione generale e l’unico sentimento da esprimere verso di loro sarebbe la gratitudine.
Ribellandomi all’assurdità del sequestro (conoscendo la situazione dei canili in zona, non riesco a pensare che là i cani migliorino le loro condizioni) e della denuncia delle due responsabili, vorrei chiedere agli autori del gesto la stessa solerzia e lo stesso rigore nei confronti dei proprietari che tengono i cani alla catena, non li nutrono bene, li maltrattano e li abbandonano. E vi garantisco che ce ne sono tanti, sotto gli occhi di tutti. E ugualmente nei confronti dei Sindaci che non applicano la legge, non provvedendo ai cani randagi e abbandonati.