Castrovillari. Un marchio De.C.O. rafforzerebbe la Cipolla Bianca nell’area Sibaritide-Pollino

I piccoli produttori hanno evitato l’estinzione della Cipolla Bianca di Castrovillari perché coltivandola, nel tempo, ne hanno conservato il seme e, grazie a loro, ancora oggi, si coltiva su piccoli appezzamenti di terreno nel Comune di Castrovillari. Nel processo di valorizzazione e rilancio di questo ecotipo locale di cipolla, i produttori sono i veri protagonisti anche perchè, oltre a svolgere il ruolo di “agricoltori custodi” della biodiversità ai sensi della L. 194/15, praticano la coltivazioni con tecniche a basso impatto ambientale senza uso di prodotti chimici di sintesi, ottenendo un prodotto di alto pregio che ha già un mercato di nicchia che non avrebbe ostacoli all’espansione. La Cipolla Bianca di Castrovillari, come abbiamo spesso riferito, è un ecotipo locale della specie Allium cepa L., famiglia Liliacaee che, fino agli anni “70 del secolo scorso, veniva prodotta in grandi quantità e soddisfava anche la domanda dei comuni vicini a Castrovillari sia in Provincia di Cosenza (Frascineto, Cassano all’Ionio, Terranova da Sibari, Spezzano Albanese, Villapiana, Cerchiara, Francavilla Marittima, Morano Calabro, Mormanno, ecc.) che in Provincia di Potenza (Rotonda, San Severino Lucano, Terranova di Pollino, ecc.). Per Castrovillari, la cipolla bianca oltre a rappresentare una importante fonte di reddito entrava negli usi e nelle tradizioni della zona, tanto che la Fiera di Terranova da Sibari, che ancora oggi si svolge il 13 giugno (il giorno di San Antonio), era identificata anche come “la fiera delle cipolle di Castrovillari”. All’epoca, era praticato anche un baratto tra i produttori di Cipolla bianca di Castrovillari e i pastori di Terranova di Pollino. Questi ultimi trasportavano con gli asini il formaggio che scambiavano con le cipolle. Lo scambio avveniva a metà strada sulle montagne al confine tra la Calabria e la Basilicata in zone che oggi coincide con il cuore del Parco Nazionale del Pollino. L’area di coltivazione della cipolla bianca comprendeva alcune decine di ettari che ricadevano in agro del comune di Castrovillari estendendosi, oltre che nelle contrade vicino al centro abitato (contrada jardini, ecc.), lungo la valle del fiume Coscile (affluente del fiume crati) fino alla pianura di Sibari in una zona attualmente interessata da una frutticoltura altamente specializzata.
Situazione attuale e tradizione
La coltivazione della cipolla bianca, attualmente, è circoscritta principalmente in località Giardini (Jardini) in agro del Comune di Castrovillari. Questa contrada è caratterizzata dalla presenza di alcune sorgenti naturali di acqua che ancora oggi viene utilizzata per l’irrigazione delle colture orticole della zona. Il metodo irriguo utilizzato è ancora quello tradizionale a scorrimento con il trasporto dell’acqua in canalette di cemento. Sono circa venti i produttori che continuano a coltivare questo ecotipo di cipolla su piccolissimi appezzamenti di terreno per un totale di poco più di un ettaro. Il seme della cipolla si raccoglie, come da tradizione, il 16 luglio, il giorno della Madonna del Carmelo. Il semenzaio (pruvinu), sempre nel rispetto della tradizione, si prepara entro il 5 di agosto, rigorosamente in fase di luna calante per avere le piantine pronte per il trapianto ai primi di novembre. La raccolta delle prime cipolle per il consumo fresco inizia a fine febbraio e continua fino a inizio giugno mentre le cipolle mature a fine ciclo, a seconda dell’andamento climatico, si raccolgono a fine giugno-inizio luglio.
La qualità
Considerato che è assolutamente necessaria una selezione del materiale della popolazione di Cipolla bianca di Castrovillari onde costituire una sorta di linea dalla quale propagare in futuro le cipolle più aderenti alla tipologia originale, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), in collaborazione con il CREA-Centro di Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano (SA), ha predisposto un progetto in tal senso. Nel frattempo, campioni di bulbi di Cipolla bianca di Castrovillari provenienti da cinque aziende produttrici dell’area di coltivazione sono stati analizzati per verificarne il grado di pungenza. Questo carattere acquista una notevole importanza sia in considerazione delle mutate abitudini alimentari che portano a preferire un prodotto dolce e poco pungente che alla individuazione di un indice per la tracciabilità del prodotto a protezione di eventuali marchi di qualità. Le analisi effettuate su cinque campioni rappresentativi hanno mostrato livelli di pungenza molto variabili con valori di acido piruvico (sostanza indicatore della pungenza) oscillanti tra 2,5 e 10,5 µmol (micromoli) per grammo di peso fresco. Questa notevole variabilità oltre che dalla composizione chimica del terreno e dal clima, è influenzata dal genotipo e dai criteri di selezione utilizzati dai singoli produttori nella scelta dei bulbi portaseme. La presenza di genotipi con livelli di pungenza molto bassi (2,5 µmol di acido piruvico/g di peso fresco) assimilabili a quelli della più famosa Cipolla Rossa di Tropea lasciano intravedere la concreta possibità di costituire, attraverso la selezione conservativa, una popolazione di Cipolla bianca di Castrovillari migliorata per uniformità ed aspetti qualitativi dei bulbi.
Aspetti economici
I precedenti progetti di valorizzazione realizzati dall’ARSAC per questo ecotipo di cipolla, come per altri prodotti tipici, hanno determinato l’aumento del numero dei consumatori sia tra i residenti nel comune di Castrovillari che tra i non residenti. All’aumento della domanda di questo prodotto è corrisposto un aumento del prezzo che ha stimolato la produzione. Infatti, da un’analisi economica della coltivazione della Cipolla bianca di Castrovillari è emerso che potenzialmente su un ettaro è possibile ottenenre una produzione di circa 300 quintali, che, ad un prezzo medio di vendita pari a circa 50,00 Euro al quintale, fornirebbe una Produzione Lorda Vendibile (PLV) di circa 15.000,00 Euro. Considerato che i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo sono pari a circa il 30% della PLV, pari a circa 4.500,00 Euro, si calcola un probabile reddito pari a circa 10.500,00 Euro per ettaro. Va considerato che questa produzione ha un rischio d’impresa molto ridotto in quanto non richiede grandi investimenti ma solo le spese per le anticipazioni colturali e che la vendita del prodotto fresco avviene direttamente dal produttore al consumatore mentre i grossi bulbi raccolti a fine ciclo solitamente vengono ritirati in grande quantità e venduti al dettaglio da intermediari.
Le tecniche di coltivazione e di gestione della cipolla, sono semplici e facilmente acquisibili dai giovani anche con brevi corsi di formazione come è stato già sperimentato. Considerate le condizioni ambientali, la produzione di ortaggi, e quindi di cipolle, permette di concentrare il lavoro in un periodo limitato nell’anno, risultando più allettante per i giovani che potrebbero integrare con redditi derivanti da altre attività. Per queste ragioni i giovani imprenditori agricoli, come già sta avvenendo, possono svolgere un ruolo determinante nel rilancio della Cipolla bianca di Castrovillari determinando, nel contempo, un ricambio generazionale nel settore agricolo.
La necessità di un marchio De.C.O. e i vantaggi economici per il territorio
Alla luce delle caratteristiche qualitative e degli aspetti economici, un riconoscimento della Denominazione Comunale (De.C.O.) da parte del Comune di Castrovillari, per questo ecotipo locale di Cipolla, rafforzerebbe il ruolo identitario di questo eccellente prodotto non solo per Castrovillari ma per l’intero territorio Sibaritide-Pollino. Ciò faciliterebbe la creazione di altre opportunità di lavoro extra agricolo che scaturiscono anche dallo sviluppo di un turismo gastronomico facilmente coniugabile con altre forme di turismo come quello naturalistico, culturale, ecc., rafforzandone gli indissolubili legami fra le diverse componenti.
Luigi Gallo, Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) – Ce.D.A. n.2 – Castrovillari (Cs)