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Teatro sociale nel carcere di Castrovillari. Detenuti saranno attori per un giorno

Teatro sociale nel carcere di Castrovillari. Detenuti saranno attori per un giorno
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Venerdì 7 ottobre saranno protagonisti sulla scena i detenuti della casa circondariale “Rosetta Sisca” che presenteranno nella sala polivalente della struttura il saggio finale del laboratorio teatrale a cui hanno partecipato. “Senza telefono – storie di vita e di speranza”, questo il titolo del saggio, è il risultato delle attività che i detenuti hanno svolto con interesse e forte motivazione, guidati dal regista Casimiro Gatto dell’Associazione Culturale Aprustum. Fortemente voluto dal dirigente della struttura il dott. Giuseppe Carrà, il laboratorio patrocinato dalla Fondazione Carical, è partito nel febbraio scorso, collocandosi nel solco già tracciato dai tanti progetti finalizzati negli anni, atti alla rieducazione e al reintegro dei detenuti della casa circondariale. «Abbiamo scelto una drammaturgia significativa con un grande assente, ovvero il telefono e, più in generale, di qualunque altra tecnologia che sta al vertice della nostra società – ha spiegato il dott. Carrà -. Provando a capovolgere tutto e a mettere al vertice della piramide l’uomo con i suoi problemi, le sue paure, le sue difficoltà, con lo scopo di raccontare a chi resta fuori dal sistema carcerario come si debba trasformare la detenzione in una proficua rielaborazione del vissuto». Il work in progress che ha visto protagonisti una determinata categoria di detenuti,  i sex offenders (ossia coloro che commettono reati a sfondo sessuale ndr), è stato reso possibile grazie agli attori di Aprustum Fedele Battipede, Rosanna Guaragna e Katia Sartore, alla collaborazione del personale della polizia penitenziaria e del comandante Pietro Davide Romano, del personale dell’area educativa diretta dal dott. Luigi Bloise e dalla segreteria tecnica sig.ra Loredana Amodeo, nonché dello psicologo e dello psichiatra intramurari dott. Massimo Niutta e dott. Luigi Petrone.

«Presentiamo questo saggio alla fine di un percorso che ci ha visti protagonisti con i ragazzi che hanno vissuto l’esperienza teatrale, come qualcosa di molto importante, tirando fuori il meglio di sé – dice il regista Casimiro Gatto. In un percorso pedagogico ed emozionale, attraverso la memoria, il dialogo e il movimento hanno saputo mettersi in gioco liberando emozioni e sentimenti rimossi o repressi. Si è creato un gruppo, con un linguaggio comune; inutile dire che ne usciamo tutti più arricchiti, in primis loro e noi operatori».  Il saggio, che sarà presentato venerdì 7 ottobre, alle ore 10, presso l’auditorium della casa circondariale, è diviso in due parti, la prima è una sorta di varietà che comprende pezzi celebri come “A livella” di Totò e l’“Annunciazione” della Smorfia. La seconda, quella più intima, racconta vita, sogni e speranze dei protagonisti.

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