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Cassano, sindaco Papasso scrive a Napolitano. «La Sibaritide è isolata»

Cassano, sindaco Papasso scrive a Napolitano. «La Sibaritide è isolata»
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Il primo cittadino di Cassano All’Ionio, con un’accorata lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è tornato a chiedere interventi urgenti per far uscire la Sibaritide dall’isolamento e dall’abbandono in cui è stata ricacciata. Per il sindaco Papasso tale situazione non è più sopportabile, anche per quanto successo alcuni giorni fa a Rossano con la morte dei sei romeni, investiti da un treno.

«Sig. Presidente – ha esordito nella sua missiva il primo cittadino di Cassano All’Ionio, rivelgendosi direttamente a Giorgio Napolitano  – nel giorno dei funerali dei sei braccianti rumeni, che hanno perso tragicamente  la vita  nell’ incidente ferroviario, avvenuto nella zona di Rossano Calabro il 24 novembre, ho avvertito dentro di me il bisogno di esternare alla figura più alta dello Stato l’umile pensiero del Sindaco di uno dei Comuni più vasti e importanti della Sibaritide. La tragedia che ha colpito i  sei lavoratori stranieri, che hanno trovato la morte nella  terra ove erano giunti con il loro bagaglio di speranze per una vita più dignitosa, ha posto all’attenzione della pubblica opinione non solo la situazione del sistema ferroviario in questa parte  di Calabria ma, più in generale, lo stato di abbandono e di decadimento di un territorio, culla della Magna Grecia, ove ancora aleggia la leggenda di Sibari.

Infatti, la  Piana di Sibari, la più estesa e fertile  della Calabria, ricca di storia e di beni culturali, che ha fatto scrivere pagine memorabili ai viaggiatori e agli studiosi di ogni tempo, nel già grave contesto  di  precarietà dell’intero territorio regionale,  appare come la grande tradita. Nella storia repubblicana mai sono state concepite ed attuate serie politiche di sviluppo – ha ricordato il sindaco Papasso – di valorizzazione e concreto utilizzo delle innumerevoli risorse di  questo vasto territorio, che, al contrario, è stato lasciato nel più completo isolamento, soprattutto  in termini di infrastrutture e servizi. Nel corso del tempo anche le poche conquiste sono state annullate ed oggi, con grande rammarico, dobbiamo constare che si ritorna a parlare della rete  ferroviaria Jonica calabrese, interessata da un insano progetto di lenta e completa dismissione,  grazie ad un tragico evento».

«Sig. Presidente – ha continuato il primo cittadino cassanese, – nel Comune che ho l’onore di rappresentare, ricade la Stazione di Sibari, la più antica della Calabria, vittima di un paradosso politico. Infatti, nel mentre venivano ultimati i lavori di ammodernamento, già si pensava di attuare politiche di tagli e dismissioni della linea, d’interruzione di servizi, seguendo  una logica che potrebbe portare alla  sua definitiva chiusura! Queste circostanze hanno reso ancora più precaria  la situazione in un territorio quanto mai penalizzato dalla carenza di infrastrutture, non solo ferroviarie ma anche stradali, portuali ed aeroportuali e condannato ad una condizione di sottosviluppo e di arretratezza che, certamente,  non merita.

Senza il diritto alla mobilità  questa parte di territorio calabrese, racchiuso tra il Mare Jonio, il Pollino e la Sila Greca,  non avrà mai  la  possibilità di avvalersi delle risorse della natura e della storia e di  incamminarsi finalmente verso condizioni di effettivo sviluppo sociale ed economico, basato su un concreto  progetto di rilancio del turismo e dell’agricoltura.

Per queste ragioni ho avvertito il bisogno di scrivere – ha spiegato il Sindaco Giovanni Papasso – confidando nella sensibilità che tutti Le riconoscono, perché  possa intervenire per sollecitare la Politica ed il Governo ad avviare una stagione di politiche serie, per guardare con occhi finalmente diversi al  territorio della Sibaritide, alla Calabria e alle nostre popolazioni che,  solo apparentemente chiuse nella muta rassegnazione,  da anni ormai aspirano al riscatto e  vogliono uscire da questo stato di isolamento,  per proiettarsi verso un futuro diverso e migliore, facendo leva sulle proprie potenzialità e la propria cultura. Sono sicuro – ha concluso il primo cittadino di Cassano All’Ionio la sua lettera – che Ella non lascerà cadere nel vuoto queste mio semplice ma sincero appello, dettato dal senso di responsabilità e dal dovere civile e morale che sento di avere nei confronti della Comunità che mi ha concesso l’onore di sedere sulla poltrona  di primo cittadino».

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