Trebisacce propone “Stazione unica appaltante” che operi per conto dei comuni limitrofi
La “stazione unica appaltante” quale espediente per aggregare i comuni più piccoli e per salvaguardare la coesione territoriale. E’ quello che sta provando a Trebisacce istituendo la stazione unica di committenza in materia di appalti pubblici introdotta dal Decreto “Salva-Italia”.
In questa ottica l’esecutivo comunale guidato dal sindaco Mundo, preso atto che a decorrere dal 31 marzo 2013 i comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti devono associarsi tra loro, o con i comuni vicini, e sperimentare nuove formule consortili, ha istituito la Centrale Unica di Committenza, altrimenti detta Stazione Unica Appaltante, per la gestione degli appalti in materia di lavori e di forniture di servizi. Un solo ufficio, insomma, con personale unificato, deve gestire tutte le complesse procedure burocratiche in materia di appalti di opere e servizi che finora venivano svolte dai singoli comuni, con l’obiettivo di ridurre i costi e di tenere lontani dagli “affari”, attraverso controlli più serrati, i tentacoli della delinquenza organizzata.
«Pur avendo preso atto – si legge nella delibera di Giunta con la quale è stata istituita la stazione unica di committenza – che Trebisacce, avendo una popolazione superiore a 5mila abitanti non sarebbe soggetto all’obbligo di cui all’art. 23 della Legge n. 214/2011, si intende istituire lo stesso una centrale unica di committenza che operi per conto di tutti i comuni limitrofi, e comunque vicini, inferiori a 5mila abitanti che intendano associarsi con Trebisacce».
Pino La Rocca