Scavi clandestini e traffico reperti archeologici. Affari di una cosca vibonese smascherati dai Carabinieri
Trenta decreti di perquisizione locale e personale, di cui 11 a carico a carico di indagati; sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre arresti domiciliari e tre divieti di dimora nel comune di Vibo Valentia. E’ il bilancio dell’operazione “Purgatorio” che ha visto questa mattina (lunedì) il massiccio intervento dei militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e della sezione Anticrimine del R.O.S. di Catanzaro diretti dalla D.D.A di Catanzaro. L’operazione ha smascherato un traffico illecito di reperti trafugati dalle più importanti aree archeologiche della Calabria. L’indagine, nata nel 2010, ha consentito di venire a capo di un’organizzazione criminale facente riferimento alla cosca Mancuso di Vibo Valentia che commercializzava illegalmente reperti, provenienti per la maggior parte dal sito di “Scrimbia”, nei pressi di Vibo, tra la Calabria, la Campania e la Svizzera
Proprio in questa zona, nel dicembre del 2010, i militari del nucleo T.P.V. di Cosenza e del R.O.S. di Catanzaro individuavano uno scavo clandestino, consistente in un vero e proprio tunnel lungo circa 40 metri, adeguatamente puntellato, dotato di prese di areazione e di una pompa idrovora, che dal garage di una privata abitazione conduceva nel sottosuolo del citato sito archeologico vincolato. Nella galleria vennero rinvenuti migliaia di reperti fittili e varie attrezzature occorrenti per le operazioni di scavo, sottoposte a sequestro unitamente al cunicolo.
v.l.c.