Senato boccia Lsu-Lpu Calabria. Protesta lavoratori. Ma sindaco di Oriolo ammonisce: «Garantite servizi»
Appena giunti ad Oriolo, oggi, la prima cosa di cui ti accorgi è quella di un paese sporco, con la spazzatura in bella vista. Cestini pieni e buste e cartoni ovunque. I lavoratori Lsu-Lpu sono in assemblea permanente da due giorni in seguito al mancato inserimento, nel decreto legge sugli enti locali al vaglio del Senato, dell’emendamento che avrebbe consentito l’impiego dei fondi necessari regionali per continuare a contrattualizzare questi lavoratori. In buona sostanza la Regione Calabria ha messo sul piatto circa 40 milioni di euro per rinnovare i contratti a 5.000 lavoratori m senza l’ok dello Stato l’operazione resta ferma.
Ad Oriolo questa mattina Lsu ed Lpu si sono ritrovati nella Sala Consiliare incassando l’appoggio dell’Amministrazione comunale presente con il sindaco Giorgio Bonamassa e i consiglieri Vincenzo Brancaccio, Domenico Bonamassa e Chiara Vivacqua. Nel frattempo veniva occupata l’autostrada Salerno-Reggio all’altezza di Rende (Cs) e Villa San Giovanni (Rc) con i presidi del sindacato Usb. I lavoratori calabresi lamentano ormai una storica precarietà che rischia anch’essa, paradossalmente, di essere messa in discussione. Ma gli Lsu-Lpu per la Calabria sono un risorsa o un problema?
Il sindaco di Oriolo, Bonamassa, stamattina alla presenza dei lavoratori si è liberato in vero e proprio sfogo lamentando una certa predisposizione di alcuni lavoratori ad incrociare troppo spesso le braccia non garantendo i servizi nel paese. D’altronde il problema di queste ore non deriva certo da inadempienze comunali, ma è evidente che nel Palazzo di Città di Oriolo stanno emergendo preoccupanti dissidi interni sia sul versante maggioranza che sul rapporto con i lavoratori che se non risolti al più presto rischiano di viziare anche le proteste, come quella di questi giorni, dove lo stare insieme è solo di facciata. Ad Oriolo svolgono le proprie mansioni 47 persone tra Lsu ed Lpu ed il sindaco ha detto a chiare lettere di non accettare minimamente che i servizi non vengano garantiti. Non sono escluse, se non dovessero arrivare buone nuove da Roma, forme di proteste più eclatanti, anche se il buon senso raccomenderebbe di dirottarle su palcoscenici più visibili e non minando la gestione ordinaria di un paese. Lo stesso consigliere Vincenzo Brancaccio, che ha cercato di mediare l’incontro provando a rimandare la discussione sui dissidi interni, ha proposto il coinvolgimento degli altri comuni del comprensorio. Anche il presidente della Regione Oliverio ha incontrato a Cosenza i lavoratori in protesta con la speranza che l’emendamento proposto dai senatori calabresi D’Ascola e Lo Moro venga recuperato anche con altri provvedimenti legistativi.
«Da Roma – ha commentato Oliverio – si debbono limitare ad autorizzare la spesa di 38 milioni di euro che sono a totale carico della Regione. Si dovrà impedire che i Comuni siano bloccati dalla tagliola del Patto di Stabilità. Una norma legislativa autorizzativa di cui, se non fosse stata richiesta dalla burocrazia ministeriale, non ce ne sarebbe stato nemmeno bisogno».
Vincenzo La Camera