Boati dal mare Jonio. Circolo Sel Calopezzati dice no alle esercitazioni militari
Esercitazioni navali a Corigliano e dintorni, il circolo di Sel “Pier Paolo Pasolini” di Calopezzati si oppone. La capitaneria di porto di Corigliano, qualche giorno fa, aveva annunciato delle “esercitazioni militari” nel mar Ionio che, in effetti, si sono svolte ieri. I boati hanno colto di sorpresa buona parte della popolazione della sibaritide che era ignara delle esercitazioni in fase di realizzazione a Corigliano e dintorni.
Il Sel di Calopezzati, attraverso un comunicato, boccia questo tipo di pratica effettuata in mare. «L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro per la difesa militare, pari a circa l’1,4 per cento del proprio prodotto interno lordo. Si tratta di un volume di spesa ingiustificato nell’attuale situazione internazionale, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini italiani di sopportare una manovra finanziaria iniqua». «Per questa ragione – hanno spiegato i responsabili del Sel di Calopezzati – il partito di Sinistra Ecologia e Libertà da mesi si è prodigato nella campagna “Diamoci un taglio! alle spese militari”. Attraverso una petizione on-line presente nel sito web del partito nazionale, si chiede una forte riduzione delle spese militari e si propone di investire quei soldi nella scuola, nella sanità, nella cultura, nell’edilizia pubblica e popolare, per ridurre e invertire la tendenza al progressivo depauperamento dei lavoratori e dei pensionati».
«Il Circolo di SEL “Pier Paolo Pasolini” di Calopezzati – prosegue il comunicato – non condivide nel modo più categorico le esercitazioni militari che alle ore 06.00 dell’08 maggio e alle 22.00 del 09 (esercitazioni con sommergibile, ndr), sono state effettuate nella zona denominata Sierra 731, nel mare Jonio (in piena Sibaritide, ndr)».
«Siamo convinti – hanno concluso i coordinatori del circolo Sel di Calopezzati – che i continui boati a cui basita assiste la nostra comunità, stridono fortemente e appaiono mai come oggi ingiustificati rispetto al clima di austerità e di sacrifici a cui l’intera nazione e la nostra regione Calabria, in particolare, è costretta».
Pasqualino Bruno