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Ryanair prepara i bagagli: niente più voli da Crotone

Ryanair prepara i bagagli: niente più voli da Crotone
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La compagnia aerea irlandese non effettuerà più voli dall’areoporto di Crotone. Ad annunciarlo i vertici della Ryanair a seguito delle decisioni del governo di aumentare le tasse aeroportuali entrate in vigore con l’inizio del nuovo anno. Insieme all’areoporto calabrese, già ridotto ai minimi termini, il vettore low cost abbandona anche la base di Alghero, in Sardegna, e riduce del 70% i voli di Pescara. La decisione comunicata dalla compagnia di Dublino si ripercuote non solo sui passeggeri – circa 250.000 nel solo scalo calabrese – ma su un intero indotto economico che rischia di collassare. Più nel dettaglio, in base alle decisioni di Ryanair, si prevede la chiusura della base di Alghero, con il taglio di 8 rotte, 300mila passeggeri a terra e 225 posti di lavoro in fumo; stesso destino per Pescara, che chiude le basi, perde 5 rotte,  250mila passeggeri e 188 posti di lavoro. A Crotone si decreta la chiusura dell’aeroporto, il taglio di tutte e tre le rotte, la perdita di 250 mila clienti e 188 posti di lavoro persi. Il tutto a beneficio degli aeroporti di Roma e di Milano, e delle basi spagnole, greche e portoghesi, che saranno potenziati con nuove rotte per l’Italia e per l’Europa.

«Il Governo Italiano ha aumentato le tasse di circa il 40% (da €6,50 a €9) per ciascun passeggero in partenza dall’Italia dal primo gennaio di quest’anno per sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia», si legge nella nota diffusa dalla società. «Come conseguenza, a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non: spostare aeromobili e posti di lavoro Ryanair fuori dall’Italia verso altre basi Ryanair in Spagna, Grecia e Portogallo (dove non vengono addebitate tali tasse per passeggero); chiudere le sue basi di Alghero e Pescara e cancellare tutti i voli da Crotone a partire da ottobre; tagliare rotte e traffico da e verso altri aeroporti Italiani; spostare la capacità dagli aeroporti regionali a Roma e Milano».

Giovanni Pirillo

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