Oriolo, “A Zite” strappa applausi. Serata di risate con il matrimonio di una volta e quello di oggi
In una degna cornice di pubblico nel teatro naturale de “La Portella” di Oriolo, i ragazzi delle scuole cittadine hanno presentato la commedia teatrale in dialetto oriolese “A Zite”, scritta e diretta da Giuseppe Muscetta. Un sabato sera di risate e applausi per una rievocazione del matrimonio di una volta, sovrapposto a quello di oggi. Ottima l’interpretazione dei giovani e improvvisati attori che hanno sfoggiato un dialetto al limite della perfezione, testimonianza del legame dei giovani di Oriolo alla loro terra e alle tradizioni del proprio borgo. Le scenografie del professor Luciano Mazziotta, semplici ed essenziali, hanno condotto lo spettatore in un viaggio aritroso nella “semàne da zite”, giorni in cui gli sposi restavano in casa ricevendo le serenate degli amici. Magistrale l’interpretazione “du mastr’i balle”, il maestro del ballo che coordinava le danze in onore degli sposi nella festa del matrimonio, non certo al ristorante ma in un magazzino di un amico o di un parente che veniva adornato per l’occasione. Ed era il maestro di ballo che decideva chi e come doveva ballare, con fare deciso e quasi istituzionale.
La commedia, che Muscetta ha voluto dedicare al compianto Giorgio Spagna, ha visto la seconda parte soffermarsi sul matrimonio dei nostri giorni raccontato in maniera tragicomica da quattro amici al bar, che nel mentre facevano compagnia ad uno di loro in attesa di aggregarsi al corte nuziale quasi lo scoraggiavano a partecipare elencandogli tutte le “insidie” che quel giorno gli si sarebbero presentate. E tra un mare di risate, ecco il rito della cravatta, della macchina parcheggiata al sole, dell’attesa spasmodica della sposa quando i morsi della fame iniziano a farsi sentire; sino alla “famigerata” busta con i soldi da portare in dono: un vero salasso in tempo di crisi. Tutto ciò per correre dietro alla moda, il messaggio lanciato dal commediografo Muscetta: questi “matrimoni all’americana” che hanno preso il sopravvento sulla genuina allegria che caratterizzavano le nozze di un tempo, spesso organizzate nella povertà. Sicuramente materiale, ma non certo d’animo.
Lo spettacolo, introdotto dal giornalista Franco Maurella e che ha visto il congedo del Dirigente scolastico Vincenzo Gerundino che andrà in pensione, si è concluso con un simpatico sketch sulla “moda” del divorzio. In un appartamento moderno si consumava il dispiacere di un padre che dopo avere speso diversi soldini per il matrimonio del figlio, scopre che lo stesso viene tradito dalla moglie. E giù il sipario, al grido di “curnut e mazziat”.
Vincenzo La Camera