Scala Coeli, la discarica della discordia. «Bieco mente. Sindaci estromessi dal sopralluogo»
Non si accennano a placare le polemiche relative alla discarica di Scala Coeli. L’associazione “Le lampare” di Cariati e la “Rete per la difesa del territorio – Franco Nisticò” hanno, sia pur senza mai citarla, smentito le dichiarazioni della Bieco srl, proprietaria della discarica, che si è dichiarata vittima di alcune aggressioni durante i controlli effettuati mercoledì scorso all’interno della discarica, da parte dell’Arpacal.
«I sindaci del territorio – attaccano le due organizzazioni attraverso un comunicato congiunto – accompagnati da decine di persone dei comitati cittadini, sono stati estromessi dallo svolgimento delle proprie funzioni di tutela delle comunità, in occasione del sopralluogo dell’Arpacal alla discarica di Scala Coeli, da parte di un’azienda privata che opera sul territorio nel campo dei rifiuti.
È stato impedito – continuano le associazioni – persino al Sindaco di Scala Coeli di prendere parte al sopralluogo insieme ai propri consulenti tecnici, un ingegnere e un avvocato, con goffe giustificazioni non da parte dell’Arpacal, ma sempre da parte dei proprietari della discarica. Si è trattato di espediente ridicolo, con cui si è tentato di impedire a persone competenti di informare gli enti di controllo su tutte le faccende inerenti la discarica, il che, aldilà di ogni tecnicismo, dimostra una verità politica: l’azienda ha paura degli occhi vigili del territorio.
Non manca poi un riferimento al comunicato diramato dalla Bieco srl due giorni fa «il comunicato delirante diffuso dalla stessa azienda fa parte di una precisa strategia comunicativa. Tentare di distogliere l’attenzione dalla questione importante, ovvero la regolarità e l’impatto della discarica, diffamando qualche sindaco e lavorando con invidiabile fantasia. Chi si difende diffamando ammette la propria cattiva fede. Si tratta probabilmente di gesti nervosi, quasi disperati, di chi vede in pericolo il proprio business».
«Certamente, se qualcuno intendeva usare questo tipo di strategia per spaventare qualcuno – hanno puntualizzato le associazioni – o bloccare l’attività dei comitati territoriali, ha fatto un bel buco nell’acqua. Questi espedienti funzionano solo con i bambini e con individui in malafede, non con i cittadini attenti».
Pasqualino Bruno