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“Le Parole” del vescovo Savino sul cammino della Quaresima

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Conversione, penitenza, preghiera, croce, silenzio, ascolto, digiuno, carità, fraternità, speranza, gioia e resurrezione”. Sono le parole chiavi del messaggio per la Quaresima, che ci prepara alla Pasqua, di monsignor Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano All’Ionio. «Ci espone all’annuncio più grande mai udito he ha sconvolto e riaperto la storia umana: la morte è stata vinta. Qualcuno l’ha sconfitta per noi e definitivamente! Annuncio che avviene attraverso poche parole – Cristo è risorto! –  ma parole che contengono un potenziale rivoluzionario. Esse sono precedute e preparate da quelle che, accompagnandoci per quaranta giorni, ci immetteranno nelle celebrazioni pasquali. Non solo come un affluente che sfocia in un fiume più grande, ma come un movimento dello stesso percorso, come un fluire sotterraneo e ignorato da tutti, finché non viene alla luce. La Quaresima – secondo il vescovo di Cassano -, è paragonabile a questo scorrere nascosto, precedente e solitario. Soprattutto per i suoi quaranta giorni essenziale è il valore delle parole e dell’unica Parola che li illumina. Li investe di luce discreta e che talvolta ferisce, lava e guarisce. Luce che, chiarendolo, fa morire il male e riaccende la vita. Stiamo parlando della Parola di Dio, tutta da riscoprire, accogliere, amare e praticare».

Ed è proprio sull’importanza della parola che si sofferma don Francesco Savino. Quella parola spesso in crisi perchè rimarca il rapporto odio-amore, tra parola e immagine; soprattutto «la parola meditata e riflessa, che amplifica la nostalgia e il desiderio di parole efficaci, capaci di creare coscienza dei valori, di radunare consensi ed energie attorno al bene di tutti, alla dignità della persona, alla tutela della casa comune».

«Il Cristianesimo – afferma il vescovo – ha il dovere di sostenere e promuovere il valore salvifico della parola. Pensiamo alla parola che si sforza di interpretare i potenti dinamismi sociali contemporanei, senza strategie di ambiguità e di tensione, ma favorendo criteri di obiettività, franchezza, cooperazione. Pensiamo alla parola che arriva all’intimo dell’altro, che crea relazione tra le persone. Alla parola che custodisce la memoria, che mantiene l’identità del cuore, che sostiene la speranza».

«Per i credenti vi è un’altra sfida più difficile per la gioia del Vangelo. La sfida nel risvegliare il senso della ricerca, la nostalgia dell’amore di Dio. Mentre ci spingiamo fiduciosi in un cammino sinodale e missionario – rimarca monsignor Savino – continuiamo noi per primi ad andare incontro a Cristo, bisognosi di incontrarlo e di lasciarci correggere e fortificare da Lui, così da poterlo testimoniare e accompagnare presso ogni cuore che si apre alla sua ricerca». La risurrezione di Cristo, infatti, «non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande “mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova».

Federica Grisolia

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