Rocca Imperiale, giovane muore d’infarto. Ma la Procura apre un’inchiesta
Nessun soccorso è stato utile a salvare la vita ad Alfredo Attadia, 32 anni, celibe, operaio a Bologna e tornato nella sua Rocca Imperiale dove, in campagna, in contrada San Nicola nella zona agricola delle “Cesine”, vivono i genitori ed il fratello. Il medico legale, Emanuele Troncone, incaricato dal sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Mariasofia Cozza, di eseguire l’esame cadaverico, avrebbe confermato la causa del decesso attribuita ad un infarto del miocardio. La relazione giunta in Procura da parte dei carabinieri della Stazione di Rocca Imperiale, recatisi presso l’abitazione della famiglia Attadia, avrebbe confermato il decesso del giovane per cause naturali inducendo la dottoressa Cozza a disporre la restituzione del corpo ai familiari.
Ma la Procura di Castrovillari ha inteso comunque approfondire il caso relativo all’infarto per cui sarebbe deceduto Alfredo Attadia. Il motivo risiede nel fatto che il giovane, qualche giorno fa, accusando un dolore al torace, si fosse recato presso l’ospedale lucano di Policoro dove i sanitari che lo hanno visitato, lo avrebbero dimesso ritenendo il dolore al petto del giovane dovuto ad un colpo di freddo. Ciò, confortati, evidentemente, dai risultati degli esami diagnostici cui il giovane è stato sottoposto in ospedale e che sarebbero risultati negativi. Il dolore al petto, comunque, era diventato, anche dopo la visita ospedaliera, persistente fino a ieri mattina quando, intorno alle nove, è diventato lancinante e si è trasformato in infarto provocando il decesso di Alfredo.
Immediato l’allarme lanciato dai familiari e l’intervento del 118 partito dall’ex ospedale di Trebisacce ed il successivo arrivo dell’elisoccorso partito da Cosenza. Nulla è stato possibile per salvare la vita al giovane infartuato. Per escludere un eventuale caso di malasanità, la Procura della Repubblica di Castrovillari avrebbe affidato al comandante della Stazione dei carabinieri di Rocca Imperiale, maresciallo Antonio Fanelli, il compito di accertare che presso l’ospedale di Policoro la procedura medica nei confronti di Alfredo Attadia, sia stata rispettata e nulla sia stato trascurato prima di dimetterlo con una diagnosi da colpo di freddo. Alfredo Attadia, operaio in un comune del bolognese, era tornato in Calabria, nella sua Rocca Imperiale, dopo che la ditta per cui lavorava lo aveva messo in cassa integrazione. I genitori, stimati agricoltori ed il fratello, sono inconsolabili per l’inattesa tragedia che li ha privati di un affetto tanto caro.
Franco Maurella
Ciao Alfry ….!! Ci mancherai