“Silloge Eclèttica in Variànti Stròfe”. Il culto della metrica italiana tra modernità e tradizione

di Federica Grisolia
E’ una molteplicità di forma e sostanza, l’opera di Giovanni “Dantaligo” Suria dal titolo “Silloge Eclèttica in Variànti Stròfe. Profumi antìchi con Sapòri odièrni”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore e disponibile anche in e-book. La silloge, composta da quaranta testi in endecasillabi italici, spazia dalla fede all’amore al sentimento, ma anche storia, scienza, musica, gioco, fantasia, fino a versi ispirati a Bob Dylan e Alessandro Manzoni. «Le mie composizioni letterarie – scrive l’autore, ingegnere di professione, nato a Savona ma che vive a Sanremo (Imperia) – riflettono i miei variegati interessi. Da ciò nasce l’eclettismo delle mie poesie e, in seguito, l’idea e la voglia di riunirne una piccola parte, ma significativa, nella silloge». Eclettismo che viene perseguito con il contenuto ma anche con la forma stilistica di strofe che variano dalle quartine dei sonetti alle terzine di tipo dantesco e altre forme di riunione ordinata di versi, sempre endecasillabi, come espressione autentica di libertà e rigore.
«Il risultato – scrive, nella Prefazione, il maestro Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice – è una mappa poetica personale, in cui Suria esprime una curiosità intellettuale inesauribile, mettendo in relazione cultura alta e popolare, lingua colta e contemporanea, tematiche civili e intime». L’autore rivendica la centralità della metrica italiana, in cui si riflette il suo multiforme ingegno che non si limita ad uno specifico campo della canoscenza ma ne vuole esplorare sempre di nuovi e diversi. «Pur con le difficoltà e i paletti che la gabbia metrica impone alla libertà compositiva ed emotiva, penso di essere riuscito ad esprimere in forma rigorosa ciò che mi ero prefisso iniziando a comporre un determinato testo, senza che vi sia, alla fine, qualcosa di inespresso».
Con il sottotitolo della raccolta, Suria sottolinea la dualità tra antico e moderno, realtà oggettiva del mondo e fantasia soggettiva dell’autore, in cui la scrittura rappresenta la sintesi di tutto il sapere umano e il suo ruolo è insostituibile «perché testimone che passato, presente e futuro sono “senza tempo”, ovvero fluiscono senza interruzioni». L’autore definisce la sua opera «un drone proveniente dal passato che spande poesie e non spende in bombe», con l’obiettivo di trasmettere «l’amore per la scrittura in metrica italiana, nobilitata ai massimi termini dall’antico Sommo Poeta».