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Dalla provincia di Cosenza a Messina. In piazza contro il Ponte sullo Stretto

Dalla provincia di Cosenza a Messina. In piazza contro il Ponte sullo Stretto
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Riceviamo e pubblichiamo – La mobilitazione contro il ponte sullo Stretto è, oggi, uno spazio politico cruciale per la resistenza e il riscatto del Sud. Teatrino politico di lungo corso, con interpreti che abbracciano la quasi totalità dello spettro politico, il ponte è da sempre accompagnato da un’aura mitica, che lo pone come infrastruttura necessaria per la risoluzione di tutti i mali del Meridione. Un’opera che non vedrà mai la luce (o, quantomeno, non nella sua interezza) è diventata, così, non solo meccanismo di costruzione del consenso, ma anche dispositivo politico portatore di un immobilismo strutturale nello sviluppo di intere aree del paese, tra mancati investimenti e risorse rubate alle vere urgenze dei nostri territori. Queste urgenze, noi, le conosciamo bene. Dalla Puglia alla Calabria, dalla Sicilia alla Campania, passando per la Basilicata, la Sardegna e il Molise: tanti Sud, stessi problemi.

Siamo la periferia d’Europa, sempre agli ultimi posti in ogni classifica sulla qualità della vita, sui servizi, sul lavoro, sulla salute. Pochi giorni fa l’Eurostat ha fotografato la realtà: 93 milioni di persone a rischio povertà nell’Unione Europea. E ai primi posti ci sono Calabria e Campania, insieme alla Guyana Francese. In questo scenario, il ponte sullo Stretto è uno schiaffo. 

Il Ponte sullo Stretto esclude programmaticamente le comunità locali dai processi decisionali, ponendole di fronte a un’alternativa forzata: accettare il ricatto di promesse occupazionali e finanziamenti oppure subire la devastazione ambientale e sociale legata all’opera. È, in sintesi, un modello che espelle progressivamente la popolazione residente, poiché considerata un ostacolo al suo avanzamento. D’altra parte le grandi opere seguono sempre la stessa logica: calate dall’alto, devastano i territori e ignorano chi li abita. È una logica disumana, cieca, che piega tutto al profitto.

Oggi la lotta No ponte è molto più di una battaglia ambientale o locale. È un crocevia decisivo per il riscatto del Sud, un’occasione per tornare a essere voce collettiva. Davanti a tutto questo, siamo convinte che serva un’unità nuova, forte, popolare. La mobilitazione contro il ponte deve diventare il simbolo di un Sud che rimette al centro sé stesso, i propri bisogni, la propria dignità. Per questo il 29 novembre scenderemo in piazza, a Messina, uniti e compatti in uno spezzone sociale con parole chiave che rispecchiano le vere priorità del Meridione. Il ponte non lo vogliamo. Ma, ancora di più, non vogliamo più essere trattati come territori di conquista, come luoghi da sfruttare e svuotare.

Assemblea No Ponte – Messina
No Ponte Calabria
La Base – Cosenza
Collettivo Addùnati – Lamezia Terme
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione provinciale di Messina

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