Trebisacce, il giorno dopo San Giuseppe. Collina piena di rifiuti. Sotto accusa gli “incivili” del pic nic
La verde e lussureggiante collina che ospita la Cappella di San Giuseppe ridotta ad un letamaio per colpa dei soliti “sporcaccioni” (nella foto). Lunedì 19 marzo i devoti di San Giuseppe, l’umile falegname di Nazareth scelto da Dio quale padre putativo di Gesù Cristo, hanno rinnovato anche quest’anno la propria devozione al Santo, salendo in massa verso la sua Cappella situata sulla verdeggiante collina posta alle spalle del paese e partecipando alle funzioni religiose ed alla solenne processione, ma i soliti “incivili”, per lo più studenti, che scelgono la festa solo per fare una scampagnata all’aria aperta, hanno rinnovato anche quest’anno il penoso rituale di inquinare l’amena collina lasciando tra il verde e gli arbusti ogni tipo di rifiuto possibile.
Piatti, bottiglie, lattine, posate, buste di plastica e resti della tavola, tutti sparsi per terra, tra il verde della collina, un campionario di rifiuti di ogni genere sparsi sui prati in fiore e tra i cespugli. Una vera offesa alla natura ed alla sacralità dei luoghi. Eppure in questo periodo nella cittadina jonica si assiste ad una generale presa di coscienza circa il problema ambientale, tanto che nella giornata precedente, un gran numero di cittadini, cooptati dalla “rete” e intenzionati a collaborare fattivamente per la pulizia del paese, aveva provveduto con le proprie mani alla pulizia della spiaggia. Si tratta, ovviamente di due sensibilità completamente diverse, che stridono tra loro e che dimostrano quanto ci sia ancora da fare per far crescere e radicarsi una nuova coscienza ambientale. A nulla sono valsi gli appelli del comitato-festa al rispetto dei luoghi e a nulla sono valsi i cassonetti fatti posizionare in adiacenza alla Cappella dal Commissario Prefettizio: sono rimasti del tutto vuoti, a dimostrazione che forse nelle scuole, e soprattutto nelle famiglie, non si impartisce sufficiente educazione civica.
Pino La Rocca