Trebisacce, presunta aggressione a Vitola. Ma è lui che viene incriminato per diffamazione
Presunta aggressione all’assessore Dino Vitola: scatta a suo carico il rinvio a giudizio per ingiuria in danno del Governatore della Misericordia Vincenzo Liguori, vittima di offesa al suo onore e decoro. Ne ha dato notizia convocando un’apposita conferenza-stampa l’avvocato Vincenzo D’Alba, legale del Liguori. «Nel corso delle indagini – ha dichiarato l’avvocato D’Alba – sono emerse circostanze che hanno portato all’incriminazione del Vitola per il reato di diffamazione e alla notifica a questi, da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari, del decreto di citazione a giudizio per l’udienza dibattimentale fissata per il 6 giugno prossimo dinnanzi al Giudice di Pace Penale di Trebisacce».
Secondo le cronache, come si ricorderà, l’assessore comunale a Turismo, Spettacolo e Protezione Civile nonché talent-scout e produttore artistico Dino Vitola (nella foto), all’uscita dal un esercizio commerciale di Trebisacce, sarebbe stato dal Liguori minacciato di morte e verbalmente aggredito al punto da dover far ricorso alle cure dei sanitari del PPI di Trebisacce che gli hanno prescritto una prognosi di 7 giorni, a seguito della quale il Vitola ha esposto denuncia-querela nei confronti del suo presunto aggressore. Bene, secondo quanto ha riferito ai cronisti l’avvocato D’Alba, i Carabinieri di Trebisacce, su richiesta della Procura, hanno ascoltato tre testi e visionato i nastri delle video-camere del locale e, nella minuziosa ricostruzione della vicenda, avrebbero accertato che i fatti hanno avuto un accadimento ben diverso da quanto sostenuto dal Vitola nella sua querela.
Lo stesso Liguori, del resto, dopo essere stato invitato in Caserma per essere identificato, aveva sporto denuncia nei confronti del Vitola, esponendo ben altra versione dei fatti ed escludendo che vi fosse stata alcuna discussione, né dentro né fuori dal locale. Nel corso della stessa conferenza-stampa il legale del Liguori ha riferito che l’assessore Vitola, per avvalorare le proprie tesi, ha indicato un testimone che avrebbe dovuto confermare la sua versione e che tale teste è stato escusso a sommarie informazioni testimoniali dai Carabinieri di Corigliano Calabro. «Con l’audizione del 4° teste, – ha concluso l’avvocato Vincenzo D’Alba – la Procura ha concluso le indagini preliminari, stralciando la posizione del Liguori con provvedimento del Procuratore della Repubblica Giacomantonio datato 30.1.2014 ai fini della richiesta di archiviazione del procedimento a carico del Liguori stesso. Peraltro, sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri di Trebisacce a seguito di delega della Procura, si profila l’iscrizione nel registro degli indagati del quarto teste con l’ipotesi di “favoreggiamento personale”, ai sensi dell’art. 378 del Codice Penale».
Pino La Rocca