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Indagine rifiuti sulle spiagge calabresi. C’è anche Amendolara

Indagine rifiuti sulle spiagge calabresi. C’è anche Amendolara
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Foto di repertorio

Foto di repertorio

Tappi di bottiglie e lattine usate, mozziconi di sigaretta, ma anche pezzi di polistirolo, presumibilmente facenti parte di grandi contenitori per il pesce. Sono queste le tipologie più frequenti di rifiuti individuati sulle spiagge calabresi, che occupano le prime posizioni della statistica che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha elaborato all’interno di una dettagliata relazione presentata per il progetto “Marine Strategy – Monitoraggio dei rifiuti spiaggiati”.
La ricerca è stata realizzata su delega del Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, che ha appunto incaricato l’Arpacal di procedere, sulle coste calabresi, alle indagini che il Ministero dell’Ambiente, in esecuzione della Direttiva Europea 2008/56/CE meglio conosciuta come Direttiva Marine Strategy, ha pianificato su tutto il territorio nazionale.
«L’Agenzia ambientale – fanno sapere dall’Arpacal – ha concluso la prima fase dell’indagine analitica sulle coste calabresi, finalizzata ad acquisire informazioni preliminari per lo studio del fenomeno dello spiaggiamento dei rifiuti marini con particolare riferimento a quantità, trend e possibili fonti. Queste informazioni, utilizzate per mettere a punto misure di riduzione degli input e testarne l’efficacia, hanno come obiettivo finale quello di minimizzare la quantità di rifiuti immessi nell’ambiente marino. La metodica di rilevazione è stata impartita dall’ISPRA, individuando delle spiagge corrispondenti alle seguenti tipologie di aree: grandi centri urbani, foci fluviali, aree portuali o comunque indicative di inquinamento proveniente dal trasporto marittimo e dalla pesca, aree remote, con la rappresentazione di almeno 1 area di indagine per ciascuna tipologia».
Le spiagge che, in Calabria, hanno rappresentato l’area test della ricerca sono ripartite in cinque per versante ionico e cinque per versante tirrenico. Per l’alto jonio è stata scelta Amendolara – Molo, mentre le restanti sono: Lamezia Terme – Loc. Marinella/Cafarone; Paola – Lungomare; Villa S. Giovanni – Cannitello; Bonifati – Lungomare; Briatico – Gocce di Mare; Catanzaro Lido – Lungomare; Crotone – Loc. Margherita; Reggio Calabria – Pellaro; Caulonia – Caulonia Marina.
«Un altro criterio – spiegano dall’Arpacal – seguito, tra gli altri, nella rilevazione dei rifiuti spiaggiati è stato quello della definizione della scala di grandezza dei tratti di spiaggia: 1 km (campionamento degli oggetti di ampiezza superiore a 50 cm) e 100 metri (campionamento di tutti gli oggetti di ampiezza inferiore a 50 cm). All’interno di tali aree si è, quindi, proceduto al campionamento degli oggetti ritrovati con conseguente assegnazione di ciascuno di essi ad una specifica categoria (codice ID OSPAR)».
Dalla ricerca (consultabile anche sul sito dell’Arpacal) il numero degli oggetti ritrovati è stato complessivamente di 1108 consistenti in varie tipologie. Fra essi, la tipologia che ha visto il campionamento più elevato è stata quella dei tappi/coperchi, per un totale di 207 pari ad una percentuale del 18,68%, seguiti da bottiglie per bevande e contenitori, con 111 e percentuale del 10,02%, mozziconi di sigaretta con 74 e percentuale del 6,68%. Seguono gli immancabili sacchetti di plastica e dolciumi, con 71 e percentuale del 6,41%, la plastica/polistirolo nella grandezza compresa tra i 2,5 cm ed i 50 cm, con 67 ritrovamenti pari al 6,05%. I ritrovamenti di Plastica/polistirolo dalla grandezza minuscola, compresa tra 0 e 2,5 cm, sono stati 49 con percentuale del 4,42%.

Pasqualino Bruno

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