Trebisacce, donna muore d’infarto. Inutile corsa verso ospedale Rossano
Morire d’infarto dopo un’affannosa corsa verso l’ospedale più vicino, che tanto vicino non è perché, inopinatamente chiuso il reparto di Cardiologia-Utic di Trebisacce che tante vite umane ha salvato nell’arco dei suoi 30 anni di vita, oggi si trova a oltre 40 chilometri di distanza. E’ quello che è successo questa mattina (giovedì) a F.R. una signora di 79 anni di Trebisacce che, colta da improvviso malore e trasferita con “codice rosso” per mezzo dell’ambulanza del 118 di Trebisacce presso l’ospedale “Giannettasio” di Rossano, è deceduta poco dopo il suo ricovero in ospedale per infarto acuto del miocardio.
Il suo cuore, nonostante il prodigarsi dei medici, non ha resistito per il tempo intercorso tra l’arrivo dell’ambulanza, il successivo accertamento dei sintomi e l’affannoso viaggio verso Rossano. In realtà il decesso per le malattie cardio-circolatorie, che per la verità colpiscono più gli uomini che le donne, è la seconda causa di morte in Italia, tanto è vero che un approfondito studio affidato qualche anno addietro dal Ministero della Salute al cattedratico professor Romeo stabiliva che il ricovero presso un centro specializzato a seguito di infarto acuto del miocardio dovesse avvenire al massimo entro 30 minuti.
Per la verità questa volta l’emergenza-urgenza è capitata ad una paziente di Trebisacce, ma quando capita a pazienti dei tanti paesi delle aree interne dell’Alto Jonio, le distanze si dilatano a dismisura, cosicchè l’ospedale è sempre più lontano e la morte, invece, sempre più vicina. A nulla sono valsi finora gli appelli, le proteste, le iniziative istituzionali. Il Piano di Rientro redatto dal Commissario ad acta Scopelliti ha raso al suolo ogni struttura sanitaria, pubblica e privata, su un arco di territorio di oltre 80 chilometri.
Sullo scabroso tema della sanità oggi, in piena campagna elettorale, i due schieramenti contrapposti, si giocano un capitolo importante del successo o dell’insuccesso. Anche la morte di questa signora, attribuita alla chiusura dell’ospedale di Trebisacce, non è dunque passata inosservata e tutti pensano che la questione ospedale non debba essere considerato un capitolo chiuso. «E’ giusto e necessario – ha scritto in proposito il candidato-sindaco di “Vivere Trebisacce” Franco Mundo – che entrambi gli schieramenti discutano delle responsabilità e la questione-ospedale venga posta al centro del dibattito politico, senza speculazione alcuna, ma discutendo pacatamente sulle conseguenze drammatiche che ha comportato la chiusura del “Chidichimo”». Anche il candidato-sindaco di “Trebisacce Futuro” Pino Sposato, ha promesso il proprio impegno per cercare di recuperare qualcosa dell’ospedale valorizzando il proprio ascendente ed il proprio peso politico. «Non so se sarà possibile salvare il salvabile, – ha scritto Sposato nella sua lettera agli elettori – ma prometto tutto il mio impegno per attenuare le conseguenze di una perdita così grave».
Pino La Rocca
anchio sono un di quelli che anni addietro mi sono salvato da un infarto avendo avuto subito accesso presso l’ospedale di trebisacce,mentre alcuni giorni addietro ho perso la moglie per mancanza del presidio di trebisacce,ricoverata prima a castrovillari e successivamente a bari.Con questo carissimi signori politici oggi durante la campagna elettorale tutti chiedono voti per poi cercare di ottenere il possibile,mentre quando era il momento giusto ai primi
avvisagli nessuno mosse un dito.lo stesso è successo per la soppressione dei treni a lunga percorrenza .oggi se i cittadini di trebisacce riflettono al momento di entrare in gabine sulla scheda devono scrive NIENTE OSPEDALE,NIENTE TRENI,NIENTE AEREOPORTO NIENTE VOTO .
è davvero una vergogna… che fine faremo noi cittadini dell’alto jonio? ma cosa mai dovremmo fare per salvarci? non si rendono conto di quello che hanno fatto a noi a causa delle speculazioni di altri? sempre la povera gente ci deve rimettere, sotto le mani dei potenti!
Oggi ho scritto a Renzi in diretta video.
Gli ho detto di rimuovere subito i commissari Scura e Urbani e di ridare nelle mani dei calabresi la Sanitå.
Oliverio e la sua giunta saranno grati al Premier, se lo farà e sapranno fare #Bene.
Vergogna Loiero e vergogna Scopelliti.
Adesso apriamo l’Ospedale
Questa è una triste realta della nostra maltrattata nazione da questa banda di ladri. Anch’io ho subiro un’infarto, ma per mia fortuna vivo in svizzera e ho potuto usufruire con rapidità delle strutture sanitarie presenti ovenuque. Tante volte penso se mi fossi trovato in una situazione logistica diversa, forse non avrei avuto alcuna possibilità.