San Basile, la memoria dei minatori scolpita nella roccia
La memoria scolpita nella roccia. E’ stato inaugurato lo scorso 11 agosto, a San Basile, in Piazza Sant’Anna, un monumento dedicato ai minatori, piccola “comunità” di lavoratori che nel trentennio anni ’50-’80 erano costretti a lasciare le proprie famiglie per andare in giro per l’Italia e il mondo con picconi e martello, a scavare gallerie, puntellare le pareti dei pozzi, curare la manutenzione di scavi minerari, costruire tunnel e strade. Una valigia di cartone legata con dello spago, un treno, tanti sacrifici per un lavoro faticoso e polveroso.
Il monumento è composto da una lapide scolpita nella roccia, quella roccia che è stata da loro scolpita per una vita intera, raffigurante un minatore ed i suoi attrezzi di lavoro, sotto il quale è riportata la poesia (sia in lingua arbëreshe che italiana) di Luigi Bellizzi, in ricordo di questi operai delle miniere, la maggior parte ormai deceduti, e dei loro parenti.
La scelta di dedicare un monumento ai minatori è partita due anni fa dalla volontà di un comitato promotore, per rendere memoria eterna e quotidiana ad una categoria di lavoratori che con i loro sforzi hanno reso dignitosa la vita delle proprie famiglie e cresciuto i figli con amore, senso del dovere e sacrificio. Vedersi solo durante le ricorrenze, sentirsi telefonicamente nel bar della piazza adibito a “posto pubblico” con la speranza che la linea non si interrompesse, o tramite lettere: tutto questo significava vivere da minatori. E tutto questo è inciso nella memoria di chi ha vissuto la gioia di un ritorno e nella pietra.
Federica Grisolia