Albidona. Istituzioni e cittadini si stringono attorno al sindaco Aurelio, vittima di attentato
Unite e determinate, le istituzioni, le forze politiche e sociali e hanno detto un forte NO alla cultura della violenza e della sopraffazione partecipando in massa, ad Albidona, alla manifestazione promossa a sostegno del sindaco Salvatore Aurelio, vittima, nella notte di Ferragosto, di un attentato incendiario al portone di casa che solo per circostanze favorevoli non ha prodotto seri danni a lui stesso ed ai suoi familiari. E c’erano davvero tutti, consiglieri regionali (Giuseppe Aieta e Mauro D’Acri), sindaci e amministratori di tutto l’Alto Jonio e dell’intera Provincia e soprattutto cittadini comuni di Albidona e dei paesi vicini, venuti a testimoniare la propria solidarietà a un amministratore di lungo corso come il primo cittadino di Albidona, uno dei tanti sindaci dei piccoli paesi della periferia che restano sempre in prima linea, che spesso vengono lasciati soli a tentare di mediare le esigenze, soprattutto quelle lavorative, dei propri concittadini e non di rado sono costretti a dire qualche no ed a prendere quindi i carboni ardenti con le mani. Cosa, questa, che talvolta può costare caro. Al centro delle attenzioni il sindaco Aurelio, con gli occhi lucidi, visibilmente provato dalla sofferenza, ma incoraggiato da tanta solidarietà ad andare avanti ed a concludere nel migliore dei modi il suo secondo mandato.
Nei giorni scorsi sono stati tantissimi gli attestati di solidarietà, tra cui quello del Vescovo di Cassano Francesco Savino il quale in una nota ufficiale della Diocesi ha espresso «sdegno e solidarietà per l’intimidazione subita» che il Presule della Chiesa cassanese ha condannato con forza, augurando al sindaco Aurelio «di poter proseguire l’ampio mandato democraticamente affidatogli dall’elettorato». Difficile, da parte del moderatore, il giornalista Franco Maurella, dare la parola a tutti. Ma tutti gli intervenuti, a partire dal vice-sindaco Michele Urbano, hanno condannato ed esecrato il vile atto consumato ai danni del sindaco Aurelio e della sua famiglia ritenuto da tutti criminale e offensivo per la civile e laboriosa comunità albidonese ed a sottolineare con forza che tali barbarie non abbiano a ripetersi. «Non so se avrò la forza di dire tutto ciò che ho nel cuore».
Ha detto tra le lacrime il sindaco Aurelio salutando e ringraziando tutti e in primis i propri concittadini. «E’ gravissima l’offesa che ho ricevuto e non nascondo che da quella notte vivo il tormento interiore di dimettermi o di continuare. La notte non dormo e, – ha aggiunto tra le lacrime – se riesco a chiudere gli occhi, l’agitazione che vivo me li fa subito riaprire. Questa grande dimostrazione di affetto – ha concluso rivolgendo ai giovani l’invito ad avvicinarsi alla politica ed a contribuire a realizzare un futuro migliore – però mi ricarica di entusiasmo e mi incoraggia ad andare avanti».
Pino La Rocca