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Sequestro Agenzia Entrate Bergamo. Originario di Trebisacce ultimo ostaggio liberato

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Forze dell'ordine, curiosi e giornalisti all'esterno della sede dell'Agenzia delle Entrate a Romano di Lombardia (Bg) nei momenti concitati del sequestro di persona avvenuto giovedì scorso

Si è ripreso dallo shock ed ora sta bene, ma quanta paura per quelle interminabili ore in cui ha avuto il fucile del sequestratore puntato alla tempia. Parliamo di Carmine Mormandi, 56 anni, calabrese di Trebisacce dove risiedono tuttora gli anziani genitori, ma residente a Covo (Bg) dove lavorava da 33 anni presso l’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia (Bg), sequestrato e tenuto in ostaggio per sette lunghe ore da Luigi Martinelli (dopo che questi ha liberato gli altri 14 impiegati, ndr), l’imprenditore che si dice rovinato dalle cartelle esattoriali, che ha tenuto con il fiato sospeso mezza Italia ed a cui, comunque, il trebisaccese Mormandi alla fine ha potuto stringere la mano.

Carmine Mormandi, 56 anni, originario di Trebisacce

Lunghe ore di ansia ovviamente e di grande apprensione per i due anziani genitori il papà Domenico, ferroviere in pensione e la mamma Anna Castriota, casalinga, che hanno seguito fin dal primo momento l’intera vicenda e le trattative intercorse tra il sequestratore e le Forze dell’Ordine. «Ora sta bene – ha confidato ieri la mamma Anna al cronista – ma quanta paura, perché né lui, nè tantomeno, noi potevamo mai sapere che cosa avesse in mente quello “scemo” che ci ha fatto vivere interminabili ore di angoscia».

«Non pensavo a me – ha dichiarato da parte sua il sequestrato – ma soprattutto ai miei genitori che stanno in Calabria e hanno 88 e 80 anni. Riuscivo a mandare solo sms e sapevo che dalla televisione avevano ben chiaro quello che stavo passando. Temevo soprattutto per la loro salute ma poi, per fortuna, l’incubo è finito senza problemi”.

Mamma Anna rivela che Carmine e molto legato alla famiglia ed al paese e, nonostante le lunghe distanze e l’abolizione dei treni che agevolavano il viaggio, torna al suo paese d’origine per trovare gli amici e soprattutto gli anziani genitori appena ha qualche giorno libero. L’ultima volta c’era stato a Pasqua e, secondo la sua consuetudine, dovrebbe tornare in estate (luglio o agosto) per trascorrere qui le ferie insieme alla compagna. Carmine Mormandi, uscito dall’anonimato e salito agli onori della cronaca nei giorni scorsi è solo uno dei tanti giovani calabresi che hanno dovuto lasciare la propria terra in cerca di lavoro e che, anche nell’occasione, ha dato prova di grande forza e di grande coraggio.

Pino La Rocca

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