Villapiana, sospeso il servizio trasporto urbano. Piovono critiche sul Comune
Sospeso, senza una giustificazione plausibile, il servizio di trasporto urbano a Villapiana. Lo denuncia l’ex assessore Giuseppe Leone secondo cui le motivazioni addotte dal sindaco Montalti: in primo luogo perchè l’autista che svolgeva finora il servizio avrebbe cambiato mansione ed in secondo luogo perché il servizio sarebbe “in perdita” e quindi non sarebbe rispettato il principio del “costo-beneficio”, secondo Leone sarebbero del tutto pretestuose. Leone, secondo quanto scrive in una nota, sostiene trattarsi solo di pretesti. Per la sostituzione dell’autista suggerisce due soluzioni, o di sostituirlo con l’autista di riserva finora relegato in panchina facendolo diventare titolare, o attingendo alla municipalizzata BSV. Strumentale, secondo l’ex assessore, anche il motivo economico. «Ma perché – si chiede Leone rivendicando il merito di aver istituito il servizio diversi anni orsono – gli altri servizi che il comune eroga ai cittadini sono attivi? Se i servizi erogati fossero attivi non ci sarebbe bisogno neanche di pagare le tasse. Pensate un pò che cuccagna! Sento perciò il dovere di contestare questa assurda decisione e per difendere una conquista fatta con l’aiuto dei cittadini villapianesi che pagano le tasse e che ora perdono un servizio con assurda leggerezza».
Per la cronaca va ricordato che Villapiana si estende sui tre agglomerati urbani: il centro storico, il Lido e lo Scalo, distanti tra qualche chilometro, per cui il servizio di trasporto pubblico, specie per chi non ha la macchina, obbedisce a una logica non trascurabile. «In ogni caso – conclude Leone – il servizio urbano si può ripristinare da domani. Basta che lo vogliano i consiglieri eletti ai quali mi rivolgo e faccio appello: prendete le redini del comando, voi ci avete messo la faccia, siete stati eletti dal popolo e voi dovrete dare conto prima o poi ai cittadini, mentre “gli abusivi” che decidono per voi non devono dare conto a nessuno perché nessuno li ha eletti».
Pino La Rocca