Alto Jonio, Lsu-Lpu rivendicano stabilizzazione. Scattano presidi davanti ai comuni
«Il mercato del lavoro vive un momento cruciale: se non ci muoviamo ora rischiamo di restare precari a vita, costretti a lavorare senza contributi ma assoggettati alle imposte fiscali come contribuenti dello Stato. Una situazione non più sostenibile, dunque, alla quale ci dobbiamo ribellare nel momento in cui il Governo si appresta a varare la riforma del lavoro». E’ la dura presa di posizione dei lavoratori LSU ed LPU precari (5.200 in tutta la Calabria e oltre 500 nel solo Alto Jonio) che prestano servizio negli enti locali e negli enti territoriali, occupati nelle mansioni più varie i quali ieri mattina hanno dato via a un’assemblea sindacale convocata dalla Felsa-Cisl per fare il punto della situazione e organizzare una serie di iniziative di mobilitazione da tenersi prima in ambito locale e successivamente in ambito regionale e nazionale.
All’assemblea (a Palazzo Gatto, sede Comunità Montana a Trebisacce, nella foto) hanno preso parte tantissimi LSU ed LPU provenienti dai 15 paesi dell’Alto Jonio e, per la componente sindacale, il segretario provinciale della Ust-Cisl Tonino Russo, il segretario provinciale della Felsa-Cisl Gianni Trìpoli e i delegati zonali Pino Adduci e Francesco Silvestri. Ha aperto i lavori il segretario provinciale della Felsa-Cisl Gianni Tripoli di Acri, il quale ha sottolineato l’importante ruolo che LSU ed LPU svolgono presso gli enti, spesso in sostituzione di dipendenti ormai in quiescenza, senza avere un minimo di stabilità e quindi senza alcuna garanzia per il loro futuro. «Quello che vogliamo e che inseguiamo ormai da anni – ha detto Tripoli da addetto ai lavori – è la stabilizzazione del rapporto lavorativo, seppure in forma parziale ed è questo il momento di batterci per evitare di essere collocati nel bacino della mobilità, altrimenti restiamo precari a vita». Ha quindi preso la parola il segretario provinciale della Cisl Tonino Russo il quale ha colto “il malessere” della categoria «perché, – ha detto il sindacalista rossanese – nonostante le lotte sindacali, i risultati non arrivano.
Eppure LSU ed LPU svolgono un ruolo ormai indispensabile sia nelle famiglie come produttori dell’unico reddito, sia negli enti dove ormai svolgono le più svariate mansioni senza avere le necessarie garanzie lavorative». Russo, consapevole dell’importanza del momento, ha quindi lanciato un appello a Cgil e Uil per l’unità sindacale invitandoli a prendere esempio dalla politica, capace di fare sintesi nel sostenere il governo-Monti, criticato peraltro perché «incapace finora di coniugare rigore, crescita ed equità sociale». Russo ha quindi illustrato le iniziative in cantiere, che prenderanno il via giovedì prossimo 24 maggio con un “presidio” di tutti gli LSU ed LPU davanti ai Comuni ed agli altri enti utilizzatori per rivendicare la stabilizzazione e gli altri punti che formano la piattaforma sindacale, cercando di avere gli amministratori al proprio fianco e non come controparte. In seguito, se non ci saranno risposte, le iniziative sindacali si sposteranno su base regionale e anche nazionale. Quindi la parola è passata ai lavoratori che hanno espresso, con toni diversi, i propri punti di vista e, convinti della delicatezza del momento, si sono impegnati a sostenere le iniziative sindacali.
Pino La Rocca