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L’Ospedale di Trebisacce sarà riaperto. C’è il decreto

L’Ospedale di Trebisacce sarà riaperto. C’è il decreto
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Decretata finalmente la riapertura del “Chidichimo”: il commissario Scura ha infatti firmato il Decreto che re-inserisce il presidio ospedaliero di Trebisacce nella rete ospedaliera calabrese come “Ospedale di zona disagiata”. Legittima la soddisfazione in tutto l’Alto Jonio cosentino, un comprensorio che ormai ha fatto l’abitudine alle soppressioni e non al ripristino dei servizi. Certo, nessuno può immaginare che l’ospedale possa riavere tutte le Divisioni perdute: lo vieta tassativamente la legge attuale che esclude gli ospedali-fotocopia, ma il “Chidichimo” tornerà ad essere un ospedale, magari dotato delle funzioni di base integrate da “specialità” di cui la nostra sanità è carente. La lunga e intensa interlocuzione politica e istituzionale, messasi in moto soprattutto dopo la sentenza favorevole del Consiglio di Stato e la successiva “istanza di ottemperanza” patrocinata sempre dall’avv. Giuseppe Mormandi per conto del comune di Trebisacce, ha comunque prodotto un risultato davvero insperato, che finalmente… fa giustizia delle ingiustizie commesse dalla geo-politica ai danni delle popolazioni dell’Alto Jonio a cui viene finalmente restituito il diritto alla salute.

Ora, com’è immaginabile, e come per la verità sta già avvenendo, saranno in tanti a volersi accaparrare i meriti di questo grande successo e in realtà sono tanti gli artefici del “miracolo”, a cominciare dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo che non ha lesinato energie salendo e scendendo le scale di molti palazzi sia a Catanzaro che nella Capitale il quale, pur non trascurando il percorso giudiziario tanto da accollare al solo comune di Trebisacce l’onere del ricorso alla Suprema Corte, ha privilegiato sempre il dialogo ed il confronto con i suoi interlocutori politici e istituzionali che alla fine si è dimostrato vincente riuscendo a superare anche le resistenze che c’erano nei vertici della sanità calabrese. Essenziale in questo contesto il sostegno del presidente Oliverio e del suo staff.

«La firma del Decreto, – ha scritto in proposito il consigliere regionale Bevacqua – che inserisce anche Acri e San Giovanni in Fiore nel piano ospedaliero come zone disagiate, è il frutto di un lavoro che ha visto il pieno coinvolgimento degli amministratori locali dell’Alto Jonio cosentino, a cominciare dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo unitamente all’impegno costante del presidente Oliverio. Il provvedimento appare oggi ancora più opportuno alla luce delle recenti vicissitudini della Tecnis (la società che dovrebbe realizzare il nuovo Ospedale della Sibaritide – n.d.c), che devono spingere ad un ulteriore impegno per garantire al più presto all’intera area jonica ospedali-spoke idonei alla salvaguardia dell’insopprimibile diritto costituzionale alla salute dei cittadini».

Pino La Rocca

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Andrea Franchino
Andrea Franchino
8 anni fa

bene tutto cosi come anche i miei personali complimenti all attuale esecutivo a guida FRANCO MUNDO.ma non riconoscere in questo testo che la fiammella ACCESA della speranza lo si deve anche al sindaco uscente MARIANO BIANCHI ed al suo esecutivo,che non si fermo’ allo scippo della politica ma intraprese le vie legali affidando a suo tempo l ‘incarico all avv. MORMANDI PER IL RICORSO AL TAR………CHE OGGI SANCISCE E RESTITUISCE QUANTO TOLTOCI..LA MIA NON VUOLE ESSERE POLEMICA .MA UNA RIFLESSIONE AFFINCHE’ QUESTO PAESE VIVI NEL BENE COMUNE SENZA DIVISIONI .MA CON SPIRITO DI FRATELLANZA…

Antonio
Antonio
8 anni fa

Ma vi prego! Nuovamente il riproporsi dello sperpero pubblico ai fini del “riaprire” un mattatoio volutamente chiamato “ospedale”. Un punto emergenza “118” costituito da due stanze di tre mq ciascuna.
Pensate nello spendere soldi nei “servizi” che di fatto funzionano, quali il “Consultorio”. Non spendete illegittimamente denaro pubblico.

Mario Cozzoli
Mario Cozzoli
8 anni fa

A chiunque si debba attribuire il merito, comunque è stato il riappropriarsi di un simbolo di civiltà e di riacquisizione di un vero diritto: il diritto alla salute. Sarebbe ora il caso di acquisire un altro grande inalienabile diritto: quello del lavoro, fonte di crescita e di dignità.

Salvo Riggio
Salvo Riggio
7 anni fa

Sono stato davvero contento al sentire questa notizia, essendo prima molto dispiaciuto sia per la brava gente dell’alto ionio e pure perché avendoci lavorato per circa 15 anni, mi piangeva il cuore considerando che in quei locali chiusi, un tempo il personale tutto si era prodigato per il bene della popolazione.
Complimenti vivissimi a chi ha contribuito a questo successo