Canna, assistenza disabili ferma al palo. Sale la protesta delle famiglie
Dal primo maggio scorso è sospesa ogni attività dell’AIAS di Canna, unico centro nel comprensorio dell’Alto Jonio operante nel campo della riabilitazione dei diversamente abili e dipendente dall’amministrazione provinciale di Cosenza. Da allora si sono susseguite notizie ed illazioni diverse, si è parlato, persino, di definitiva chiusura della struttura. E’ per questo motivo che abbiamo creduto opportuno interpellare in merito come fonte attendibile lo stesso direttore sanitario dell’AIAS Giuseppe Rossi. Questi ci ha testualmente dichiarato che sia la riabilitazione in seno al centro che quella a domicilio non viene temporaneamente erogata, giacchè la regione Calabria non ha sinora emanato alcun decreto di “accredito” per il nostro centro.
D’altra parte, la direzione AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Potenza, da cui dipende Canna medesima, non può più e non intende anticipare altre risorse finanziarie per il pagamento delle competenze alle varie figure professionali operanti da noi. Cresce così il malcontento non solo a Canna, ma in tutti i sedici comuni dell’entroterra jonico, che, ancora una volta, si vedono “usurparti” sacrosanti diritti e viene vanificata ogni assistenza per i numerosissimi disabili, che, quotidianamente, dal primo agosto 2010 sino a tutto il trenta aprile scorso hanno ricevuto cure assidue e qualificate.Il direttore sanitario Rossi ha aggiunto che, al di là delle moderne strutture, di cui godeva l’AIAS, alcune importanti figure professionali, quali il fisioterapista, il logopedista, il neuropsichiatra, lo psicologo e l’assistente sociale trovavano occupazione e facevano della stessa AIAS un punto di riferimento per tutta la provincia di Cosenza nel campo della “riabilitazione”. Cosa succederà ora? Cosa fare? I diversi ammalati, oltre le loro famiglie, sono sul piede di guerra, sono davvero stizziti. Dopo la chiusura dell’ospedale zonale di Trebisacce la beffa dell’AIAS di Canna. Le popolazioni dell’Alto Jonio stanno perdendo ogni fiducia nelle istituzioni.
Benito Lecce