Nuova Ss 106. Dopo la bocciatura ricominciano le promesse
Terzo Megalotto della S.S. 106: i sindaci nella giornata di mercoledì 15 marzo hanno incontrato a Roma i funzionari del Ministero delle Infrastrutture e dell’Anas tornando dalla Capitale con un risultato che, a seconda dei punti di vista, lo si può considerare un bicchiere mezzo pieno o un bicchiere mezzo vuoto. Nel rendicontare ai cronisti l’esito dell’incontro, il primo cittadino di Trebisacce Franco Mundo, che faceva parte della delegazione “trattante”, ha rivelato che i sindaci hanno insistito sulla necessità che la strada venga realizzata al più presto.
Facile immaginare i motivi che sottendono i ragionamenti dei sindaci: vincere l’isolamento geografico che taglia le ali allo sviluppo economico, interrompere o ridurre gli incidenti stradali dovuti all’inadeguatezza dell’attuale sede stradale e dare sollievo alla grave disoccupazione che attanaglia questo territorio. A fronte di questi ragionamenti i funzionari del Ministero, evidentemente imbeccati dal ministro Delrio dopo il necessario approfondimento dell’intera questione, hanno assicurato che entro il 31 marzo prossimo il progetto esecutivo sarà inviato al CIPE per l’approvazione e il finanziamento del I° Lotto Trebisacce Sibari che, abendo un andamento pianeggiante e senza grossi ostacoli lo si può realizzare subito. Per il secondo Lotto, sempre secondo quanto ha riferito il sindaco Mundo, il Ministero incontrerà di nuovo i sindaci per risolvere, possibilmente di comune accordo, le criticità che hanno fatto lievitare a tal punto i costi (1.400milioni di euro) da renderli incompatibili con i finanziamenti già impegnati (1.100 milioni), per cui si rendono necessarie drastiche modifiche che portino all’abbattimento della spesa.
In ogni caso, sia i funzionari del Ministero che i tecnici dell’Anas hanno escluso che si possano prendere in considerazione eventuali modifiche al progetto definitivo-esecutivo. In questo contesto è dunque da scartare l’ipotesi avanzata da più parti e in particolare dal Comitato dei cittadini e dalle associazioni ambientalistiche che certamente non demorderanno dalla lotta, le quali hanno suggerito prima durante e dopo la redazione dell’attuale progetto, il raddoppio del tracciato esistente, la qual cosa avrebbe potuto mediare i diversi aspetti del problema e in particolare il rispetto per il territorio, l’abbattimento dei costi, l’eliminazione dell’isolamento geografico e la riduzione del rischio-incidenti.
Pino La Rocca
Si continua a difendere gli interessi di privati, sotto le mentite spoglie della tutela ambientale – c’è da ricordare che per quanto concerne la compatibilità ambientale da anni il competente Ministero ha espresso il suo assenso – a discapito delle esigenze di interesse pubblico, quali la sicurezza stradale e la tutela dei cittadini che percorrono la “strada della morte”. Ma come si farebbe a raddoppiare l’attuale tracciato nel tratto che attraversa Roseto? Forse demolendo decine di case?
Cechiamo di essere seri!
Si parla di raddoppio la dove è possibile, altro che interesse dei privati. La salvaguardia ambientale è bene collettivo, anche di coloro che sostengono lo scempio senza dimenticare che con la strada da sola, senza una politica di salvaguardia tutela e sviluppo delle risorse naturali, porta del lavoro solo per qualche anno alle maestranze senza un vero sviluppo della zona.
In compenso le corruttele, come le recenti inchieste sui grandi appalti dimostrano, proliferano.
La sicurezza stradale prima che alle strade è affidata al rispetto del codice della strada.
Poi non capisco perché se si può fare prima, spendendo meno e salvaguardando l’ambiente non si deve fare.
Ad essere seri davvero ci dovremmo tutti indignare per il fatto che l’alto ionio è privo di sanità, non vi è un ospedale nel raggio di km, non vi è alcun collegamento ferroviario, e tante altre carenze che il territorio è costretto a sopportare certo anche quello viario che però è superabile con il raddoppio dell’esistente.