Castrovillari, si insedia Tribunale Ecclesiastico per la beatificazione di Suor Semplice
Si è aperto ieri (domenica 26 marzo) il Processo diocesano per la causa di beatificazione e canonizzazione di Suor Semplice Maria Berardi, la monaca di casa castrovillarese morta 64 anni fa in concetto di santità. Dopo la messa solenne, nella chiesa di San Francesco Di Paola – dove si trova la tomba di “Zì Monaca”, la mistica che dedicò una vita a Gesù, amando in maniera sviscerata i poveri, gli anziani e i bambini – si è insediato il Tribunale Ecclesiastico per l’apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità della Serva di Dio, nelle persone di mons. Savino, vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, don Pasquale Zipparri, delegato episcopale, frà Paolo Sergi (parroco della chiesa di San Francesco), promotore di giustizia, Marco Santoro, notaio. La santa messa è stata officiata da mons. Savino. «Suor Semplice – ha detto il presule – ha voluto bene a Gesù, amava gli ultimi, ha vissuto il Vangelo, era donna di ascolto e accompagnamento, ha cercato di saldare il Cielo e la Terra».
A dare lettura del supplice libello, il primo atto ufficiale con cui si chiede l’introduzione della causa di beatificazione, il postulatore, don Massimo Romano: «La canonizzazione contribuirebbe a mantenere vivo il suo spirito di servizio ai poveri e servirebbe come esempio e modello per molti giovani». A seguire, il giuramento del postulatore e di tutti i membri del Tribunale Ecclesiastico e gli interventi del presidente dell’associazione “Suor Semplice”, Antonio Buffone, del sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, e una testimonianza che conobbe la suora castrovillarese. Presente, inoltre, il sindaco di Albidona, Filomena Di Palma, con diversi suoi concittadini, in quanto il postulatore don Massimo è il parroco del piccolo centro dell’Alto Jonio.
Oltre al crocifisso ligneo, che “Zì Monaca” stringeva con amore sempre tra le sue mani e intatto dopo oltre sessant’anni nella bara, esposte in chiesa anche tre lettere, dimostrazione delle virtù e della fama di santità di Suor Semplice: da parte della beata Elena Aiello, che invocava preghiere e intenzioni per il suo orfanotrofio; del vescovo di allora, mons. Raffaele Barbieri, per la diocesi e le vocazioni; infine, della principessa Pignatelli. Su un tavolo, poi, tutti i documenti che riguardano la vita di Suor Semplice: l’elenco dei testimoni, la biografia della Serva di Dio, copia autenticata dei suoi scritti. «In questo periodo – ha detto il postulatore – è stata accertata la solidità della causa e la veridicità del materiale (supportato dai testimoni in vita), raccolto dalla commissione scientifica e portato alla Congregazione delle Cause dei Santi ottenendo il nullaosta per l’introduzione del Processo». In questo periodo saranno ascoltate nuove testimonianze di grazie ricevute e vita vissuta, ed effettuate ulteriori indagini. Don Massimo si augura che «nel giro di un anno queste operazioni si possano completare».
«Anche se il miracolo è già la sua vita – ha dichiarato il postulatore – la chiesa ne richiede almeno uno post-mortem». E le campane a festa, in una domenica di grazia e di Quaresima, di un’intera comunità religiosa, e non solo di quella castrovillarese, dimostrano quanto la vita di “Zì Monaca” profumi di santità.
Federica Grisolia
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Era ora ? 64 anni con la tecnologia di oggi ma meglio tardi che niente ? Buon lavoro!