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Alunni del Comprensivo di Francavilla-Cerchiara visitano Osservatorio Geofisico di Oriolo

Alunni del Comprensivo di Francavilla-Cerchiara visitano Osservatorio Geofisico di Oriolo
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Accompagnati dai docenti Gigliola Castrovillari, Maria Nicoletti, Orsola Miranda e Andrea Italiano, gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Francavilla-Cerchiara a completamento delle unità didattiche, riguardanti i terremoti, si sono recati a Oriolo per una visita guidata presso l’Osservatorio Geofisico e per un colloquio didattico con il prof. Vincenzo Toscani, fondatore e responsabile dello stesso. La visita è capitata proprio a ridosso degli eventi sismici, che hanno interessato l’Albania settentrionale, la Bosnia Erzegovina e l’area dell’Egeo. Il prof. Toscani, dopo aver salutato i docenti e gli alunni, ha innanzitutto ricordato la storia della stazione sismica da lui fondata 40 anni orsono e l’importanza scientifica, che ha rivestito dalla sua fondazione ad oggi, dai primi sismografi a rullo fino alla stazione digitale on line dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ha ricordato l’indispensabile sua presenza durante il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980, come sottolineato dall’allora direttore della rete dell’INGV dott. Rodolfo Console nel commemorare il cinquantenario della rete, “per l’importante presenza” della stazione di Oriolo alla Conferenza del disarmo di Ginevra per lo studio delle esplosioni nucleari sotterranee (Ginevra 4 agosto 1981).

Dopo l’introduzione del prof. Toscani la lezione è diventata interattiva e i ragazzi, impressionati dal ripetersi dei terremoti di questi ultimi giorni, hanno cominciato a fare delle domande sulle cause sismo-tettoniche dei terremoti in un’area in cui avvengono eventi di magnitudo maggiore di 4. Innanzitutto il prof. Toscani, ha fatto prendere visione dei sismogrammi dell’Albania, registrati dalla stazione di Oriolo, Partendo dallo studio dei pacchetti d’onda di ogni singolo evento ne ha spiegato le caratteristiche e le conseguenze. La serie di scosse sismiche, che ha interessato l’Albania settentrionale, è iniziata alle ore 03:54:11 (ora italiana) del 26 novembre 2019. L’epicentro è stato calcolato a 26 km da Durazzo. La profondità di 10 km dell’ipocentro e la magnitudo di 6.5 Richter, calcolate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di cui fa parte la stazione di Oriolo, hanno provocato vittime e crolli. La prima scossa è stata seguita da altre due di magnitudo maggiore di 5 Richter: si tratta di un sisma in mare di magnitudo 5.4 alla profondità di 100 km e di un sisma di magnitudo 5.3 nella Bosnia Erzegovina (distretto di Croia) alla profondità di 10 km. L’epicentro, distante 368 km dalla stazione sismica di Oriolo, è stato calcolato a 47 km da Medjugorje.

I ragazzi, che avevano già una preparazione di base sulla tettonica a zolle, hanno chiesto al prof. Toscani del perché alcuni grossi terremoti avvengono in quell’area geografica. “Siamo nella zona di contatto fra la placca continentale africana e quella euroasiatica – ha risposto il prof. Toscani. La placca africana si sposta di alcuni millimetri all’anno verso l’Europa. Il movimento delle due placche genera un accumulo di energia da parte delle rocce sotto stress che, arrivate al punto di rottura, liberano energia, provocando un terremoto. Nei terremoti dell’area interessata entrano in gioco le micro-placche adriatiche. La zolla adriatica, che si è staccata dalla placca africana, provoca uno sfondamento in quella balcanica con notevole rilascio di energia sismica.  Lo sfondamento della zona balcanica si oppone alla rotazione antioraria del margine adriatico. Il resto della zolla si adegua al nuovo spazio disponibile, provocando, fra l’altro, terremoti nell’Arco calabro e nell’Appennino meridionale, che sono zone vicine alla cerniera con il blocco africano. La storia dei terremoti dell’Egeo è ancora più interessante perché siamo in una zona di subduzione o sotto-scorrimento del margine del blocco africano sotto l’Arco ellenico, generando terremoti profondi di grande intensità”. A tutt’oggi è in atto uno sciame sismico, significando che l’energia elastica accumulata non si è ancora esaurita. Durante la visita il prof. Toscani ha proposto la simulazione di come si registra un terremoto, utilizzando i primi sismografi a rullo in dotazione della stazione didattica, sita dentro l’Osservatorio.

Redazione

 

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