Montegiordano. Teresa abbraccia Gesù. Con lei nasce nuovo ordine diocesano
La consacrazione di Teresa Carla Loprete, di Montegiordano, segna la nascita dell’Ordo Virginum nella diocesi di Cassano all’Ionio. La cerimonia si è svolta ieri (domenica 2 febbraio), giorno della Presentazione di Gesù al Tempio, nella basilica cattedrale “Santa Maria del Lauro” di Cassano, ed è stata presieduta dal vescovo della diocesi, monsignor Francesco Savino. «E’ un percorso interiore iniziato circa una decina di anni fa, dopo un lungo periodo in cui Gesù non faceva parte della mia vita – racconta a Paese24 la neo consacrata. Da allora, il mio amore per Dio è cresciuto ogni giorno ed ora, all’età di 55 anni, ho voluto ringraziarlo e ricambiare il suo amore consacrandomi, dopo una formazione avuta con padre Giuseppe Cascardi, delegato diocesano per la Vita Consacrata».
Teresa, nella XXIV Giornata Mondiale della Vita Consacrata, ha deciso, così, di fare proposito di castità e “sponsalità” diventando la sposa di Cristo: un legame indissolubile testimoniato da una coerente condotta di vita che ora non vivrà più solo privatamente, ma radicata in un territorio e nella sua diocesi, all’interno della quale ha già un ruolo nel consiglio dell’Azione Cattolica per il settore adulti. Lo scorso 22 dicembre, il vescovo Savino – che per l’occasione ha scritto i “Lineamenta dell’Ordo Virginum della Diocesi di Cassano all’Jonio” (regola spirituale e modo per far conoscere il nuovo Ordine) – aveva riferito tale scelta alla comunità di Montegiordano.
Numerosissime furono le vergini consacrate che per restare fedeli al Signore subirono il martirio. Tra queste: Sant’Agata a Catania, Santa Lucia a Siracusa, Sant’Agnese e Santa Cecilia a Roma, Santa Cristina a Bolsena. A partire dal IV secolo d.C. l’ingresso nell’Ordo Virginum avveniva mediante un solenne rito liturgico presieduto dal vescovo diocesano. Caduto in disuso per secoli, per ragioni storico-culturali, l’Ordine è stato poi ripreso con il Concilio Vaticano II, fino alla promulgazione dell’editio typica del rinnovato rito il 31 maggio 1970, mentre la pubblicazione dell’edizione italiana avvenne dopo circa dieci anni. Durante la cerimonia tenutasi ieri, la neo consacrata, che non ha superiori e il suo riferimento è il vescovo, ha ricevuto da monsignor Savino l’anello e la Liturgia delle ore. Infatti, non c’è un Istituto, un abito che contraddistingue le appartenenti a questo Ordine laicale, l’obbligo della vita comunitaria. Possono, infatti, vivere da sole, in famiglia, nelle proprie case. Teresa, con il cuore «pieno di gioia e serenità», ci parla proprio di questa «libertà di sviluppare il proprio carisma e il rapporto personale con Dio». Una vita dedicata all’obbedienza al Vangelo portando a compimento la chiamata ricevuta e la consacrazione, seppur mantenendo la propria quotidianità e svolgendo il proprio lavoro, ma sempre nella dedizione di Cristo.
Federica Grisolia