Amendolara. Il catechismo entra nelle case per vincere l’isolamento da Coronavirus

I bambini non possono frequentare il catechismo? Il catechismo entra nelle case. La chiesa continua ad ingegnarsi per evitare che il Coronavirus, la pandemia che sta affliggendo l’Italia e il mondo, faccia sentire ancora più soli, giovani e adulti, ora che si è chiamati a “restare a casa” stravolgendo la propria quotidianità e facendo i conti con le proprie paure e fragilità. Ma anche un’occasione per riscoprire l’essenzialità della vita e coltivare l’interiorità tra le mura domestiche.
E, così, il parroco della chiesa “Madonna della Salute” di Amendolara Marina, don Nicola Arcuri – accogliendo l’invito dell’Ufficio Catechistico Nazionale della Cei – oltre all’utilizzo dei social per far sentire la propria vicinanza tramite messaggi di speranza e preghiera, e attraverso le messe in diretta facebook sulla pagina della parrocchia, ha chiesto alle catechiste di «continuare ad essere presenti nella vita dei ragazzi con alcune attività». «Il percorso dei gruppi e della catechesi in preparazione ai Sacramenti di vita cristiana – afferma don Nicola – non può arrestarsi. Anche da casa possiamo e dobbiamo promuoverlo. A voi certamente non manca la creatività, né i mezzi per continuare a farlo». Dal canto suo, il parroco ha già proposto un’attività che le catechiste promuoveranno, con la collaborazione dei genitori, attraverso i gruppi whatsapp e telefonicamente, ossia schede di lavoro da colorare e completare, diverse in base alle fasce d’età.
La tecnologia, dunque, in aiuto per sconfiggere l’isolamento e lo sconforto, altri nemici da abbattere, oltre a quello, ovviamente primario, del Coronavirus. Intanto, la classe dei più piccoli (6 anni), su idea delle loro catechiste e del sacerdote, ha già inviato, in occasione di San Giuseppe, Festa del Papà, dei disegnini colorati (nella fotogallery in basso). Che sia una voce in streaming, una foto o un messaggio social poco importa. Ciò che conta è far sentire la propria vicinanza, in attesa di poter correre di nuovo l’uno verso l’altro e convertire gli abbracci virtuali, cui si è costretti ora, in abbracci reali.
Federica Grisolia
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