Santelli apre bar e ristoranti. Sindaci sul piede di guerra. «Vanifichiamo tutti gli sforzi»

Da oggi (30 aprile) in Calabria è “consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”. E’ quanto previsto da un’ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice, Jole Santelli, e arrivata nella serata di ieri, intorno alle ore 22. Secondo l’ordinanza, queste stesse attività “possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime ‘anti-contagio’ e ferma restando la normativa di settore”. Inoltre, “sono consentiti gli spostamenti all’interno del proprio Comune o verso altro Comune per lo svolgimento di sport individuali e gli spostamenti per raggiungere le imbarcazioni di proprietà da sottoporre a manutenzione e riparazione, per una sola volta al giorno”.
«Ho appena firmato un’ordinanza – afferma la Santelli – per la fase 2 di ripartenza. Misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale; tutte parlano il linguaggio della fiducia. Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo». Immediata la risposta di alcuni sindaci, in primis del primo cittadino di Castrovillari, che hanno rigettato questo provvedimento. Dopo averlo annunciato ieri sera, Mimmo Lo Polito ha già firmato, questa mattina, un’ordinanza con cui si mantengono vigenti le regole del Governo centrale. Niente mercati, dunque, neanche di prodotti alimentari; negozi (quelli la cui apertura è consentita) chiusi nei festivi fino al 10 maggio; servizio esclusivamente a domicilio per bar, ristorazione, pizzerie e gelaterie, e anche da asporto dal 4 maggio. “Questa ordinanza – si legge – rimane in vigore finché non verranno comunicati i risultati di tutti i tamponi effettuati e da effettuare sui contatti avuti dal paziente ricoverato in Ospedale. E’ auspicale attendere qualche giorno in più – commenta Lo Polito – piuttosto che rischiare di chiudere per molto tempo dopo. La salute soprattutto”.
Si oppongono anche i sindaci di alcuni comuni del Pollino come Mormanno, Lungro, Saracena, in cui restano valide le normative restrittive del Governo centrale. «Essere cauti e non cedere a facili entusiasmi – dichiara Giuseppe Regina, sindaco di Mormanno – solo perché da qualche giorno registriamo pochi casi di contagio in più in Calabria, regione dove lo ricordo ancora sono troppo pochi i tamponi fatti sulla popolazione, è un atto di responsabilità verso i cittadini e verso i sacrifici che tutti in questi mesi abbiamo prodotto per contenere la portata del Coronavirus». Ma i “no” all’ordinanza arrivano anche da alcuni comuni dell’Alto Jonio come Roseto Capo Spulico, Albidona, Cerchiara, Canna, Montegiordano, Rocca Imperiale, Corigliano-Rossano, Francavilla Marittima, Alessandria del Carretto, Trebisacce. I sindaci di questi paesi hanno comunicato ai loro concittadini che continueranno a far fede le disposizioni contenute nell’ultimo DPCM del 26 aprile 2020 firmato dal premier Conte.
Mentre il sindaco di Trebisacce, al momento, si è riservato di approfondire l’ordinanza, per poi eventualmente impugnarla davanti al TAR. Rigettano l’ordinanza pure altri sindaci di tutta la Regione, convinti che questo nuovo provvedimento sia imprudente. Ma c’è chi dice “no” anche tra gli stessi operatori commerciali, convinti che le riaperture debbano essere programmate e organizzate con cura, per tutelare la salute di chi lavora e di chi si reca nelle attività.
Federica Grisolia