«Sparite postazioni mobili per tamponi. Nessuna notizia per quelli a domicilio. Regione naviga a vista»
Il sindaco di Mormanno, Giuseppe Regina, raccoglie lo sfogo di alcuni concittadini rientrati dal Nord che non hanno trovato le unità mobili per effettuare il tampone. «Ci auguriamo che la notizia dei tamponi ammassati in un capannone, già smentita dalla Regione, sia davvero da iscriversi nel registro delle bufale. Quel che però è vero e non può essere smentito è che sono sparite, dalle arterie che permettono l’accesso alla Calabria, le postazioni mobili per effettuare il tampone a coloro che registrati sul portale della Regione, hanno scelto di ritornare dopo quasi due mesi lontani da casa». Infatti alcuni cittadini di Mormanno che proprio oggi hanno fatto rientro nel borgo del Pollino si attendevano di poter effettuare il tampone lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, si sono trovati invece davanti l’amara sorpresa di essere stati accolti dalla desolazione più assoluta, denuncia il primo cittadino.
«Da giorni sembra che la Calabria navighi a vista in una delle emergenze sanitarie più importanti del mondo. Non possiamo sempre far finta che tutto vada bene quando invece bene non va. Aver rimosso le postazioni mobili nei punti di accesso senza nessun preavviso o comunicazione ufficiale è un atto che non garantisce nessuno. Abbiamo sentito dire che non avesse trovato le postazioni (per motivi di orario o altro) sarebbe stato comunque sottoposto a tampone presso il proprio domicilio. In quali tempi? Da chi? C’è qualche ufficio dell’Asp che comunica ai Sindaci tali procedure? La superficialità in questo momento non serve a nessuno, ne può essere accolta da noi sindaci, in prima linea dal primo giorno di questa emergenza mondiale, come mancata disorganizzazione da comprendere o biasimare. C’è stato tutto il tempo per rendere operativi protocolli e strategie che oggi non devono servire per un controllo efficace e puntuale del territorio, per la sicurezza dei cittadini, per il benessere e la salute di un’intera Regione».
Vincenzo La Camera